Gentile Mariagrazia,
finalmente “un addetto ai lavori” che partecipa al nostro dibattito sui nuovi orizzonti del fare politica ma credo che le prospettive siano evidentemente diverse. Personalmente, ritengo che la politica dovrebbe fare il primo passo creando innanzi tutto un clima di fiducia verso i propri cittadini, cosa che riesce difficile visto i risultati, poi deve saper ascoltare ed interpretare i bisogni del target di riferimento, non imporre schemi superati ed antiquati, lontani anni luce dal mondo giovanile. Così facendo non vi seguiranno MAI!
All’università mi hanno insegnato che nel mercato a domanda risponde offerta ma se queste due rette nel diagramma cartesiano non s’incontrano si creano solo crisi e fallimenti, Questo è più o meno ciò che è successo in politica fino ad oggi.
I giovani non vogliono partecipare alla politica, ai consigli, ai gruppi politici perchè non hanno rispetto per i politici, vogliono invece incontrare e lavorare con gente competente che sappia rispondere alla loro domanda, per questo è necessario trovare figure professionalmente utili alla società e tocca a questi soggetti studiare, lavorare, indagare, interrogare, fare proposte da condividere con un segmento che è già attivo, vivo e molto impegnato a produrre idde innovative.
Il politico deve essere professionalmente superiore all’allievo perchè se dai giovani deve imparare…..vuol dire che deve cambiare mestiere…
La vera differenza sarebbe quella di fare meno consigli, meno sedute, meno politica statica uscendo dalle stanze dei bottoni ed incontrando tutte quelle risorse umane e produttive che un politico ha il dovere di sostenere, senza aspettare gli inviti alla presenza della stampa o della televisione.
Ci provi, più di un paio di volte, poi mi dirà se qualcosa è cambiato.
Claudia Cremonesi
international senior manager marketing e comunicazione