«L’Azerbaijan viola gravemente i recenti accordi raggiunti nel corso degli ultimi vertici per una risoluzione pacifica della questione – si legge nel comunicato diffuso dal Ministero degli Esteri – e ignora gli appelli dell’OSCE e della comunità internazionale per rafforzare il cessate-il-fuoco».
Intanto in serata Mosca ha rivolto un appello alle parti affinchè vengano evitate azioni che possano comportare un ulteriore innalzamento della tensione.
Le relazioni tra l’Armenia e l’Azerbaijan sono già tese da anni proprio per via della questione del Nagorno-Karabakh, regione contesa che si trova in territorio dell’Azerbaijan ma è rivendicata dall’Armenia fin dal 1988, quando ancora le due repubbliche facevano parte dell’Urss. La situazione nel Nagorno-Karabakh precipitò nell’estate 1991, all’indomani del fallito golpe contro Gorbaciov, origine di un effetto-domino che avrebbe portato di lì a pochi mesi alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Come molte altre repubbliche sovietiche, anche l’Azerbaijan proclamò la sua indipendenza da Mosca, ma a sua volta il Nagorno-Karabakh, abitato prevalentemente da cittadini di origine armena, si autoproclamò indipendente da Baku. Ne seguì una guerra, scoppiata nel 1992 e conclusasi nel 1994 con un cessate-il-fuoco.
Ma da allora la tensione tra Baku e Yerevan è rimasta alta, anche perchè l’Azerbaijan accusa l’Armenia di non aver mai rispettato quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che imponevano il ritiro delle truppe armene dalla regione contesa e da altri territori azeri.