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Abbiamo ancora paura del futuro?

Creato il 07 gennaio 2011 da Gianpaolotorres

ABBIAMO ANCORA PAURA DEL FUTURO?

Il papavero è anche un fiore 

ABBIAMO ANCORA PAURA DEL FUTURO?

autore Katia Rosa Boni+

 Qualcuno potrebbe dire che il futuro è tra noi, altri, come me, pensano ancora al futuro come ad un mostro dalle cinque teste che si nutre di pillole giallastre dal sapore del sale sul cui dizionario non compare la parola sentimento e nemeno amore, quand’è che ancora oggi, io t’amo con tutto il mio cuore.

E questi siamo noi, e questa sono io, nostalgica di un passato, ormai logoro e consumato, scritto nero su bianco in un diario ormai ingiallito che puzza di muffa, accartocciato dentro ad un cassetto, che per paura e vigliaccheria, ormai non apro piu’.

Sono nostalgica del pensiero perfetto, pulito, io che vorrei internet non fosse mai stato creato per il piacere di ritornare a scrivere, scrivere davvero, con carta e penna, scrivere come si faceva un tempo, declinando correttamente i verbi, per terrore di quel due preso al ginnasio…

Ho pero’ anche un triste ricordo del passato, di quella sera, quando l’acqua scendeva a catinelle e si asciugava a stento sulla mia pelle, il cielo grigio e cupo dava l’immagine stessa della vita omogenea e piatta a cui non ero abituata.

Erano anni ormai che i miei occhi attendevano di vedere uno spettacolo di fuochi di artificio in grado di introdurre il futuro e mi aspettavo una grande festa e non uno squarcio nel cielo e nel mezzo lui: bimbo 2000.

Per tutto quel tempo il mio cuore lo aveva cullato, coccolato,amato e forse anche un po’ troppo viziato, mentre la mia mente era da lui stesso nutrita e unita nel medesimo pensiero, stressata dalla paura di confondermi con un’altra e divenire un tutt’uno di limiti e costrizioni dove la fantasia sarebbe stata individuata e messa al rogo da quintali di fili fatti a circuito e da centinaia di migliaia di gambe e di braccia in ferro e ghisa chiamate Replicanti.

Questo era per me il futuro, l’avevo io stessa invocato,cercato,proclamato, poi…una nuova disciplina ospedaliera diceva che ad ogni bimbo nato sarebbe stato asportato il cuore con un semplice intervento e sostituito con un marchingegno capace di seguire esclusivamente gli impulsi di Bimbo 2000.

Non esistevano piu’ le lacrime degli eroi perche’ non c’erano piu’ eroi, e non c’erano piu’ cuori innamorati perche’ non esisteva piu’ il sole a riscaldare e a farci fare all’amore.

Clonazione.

Era questo il nuovo saluto del buongiorno, un nuovo imput ai cervelli, cio’ che noi non potevamo recepire perche’ out dai loro schemi, a vivere in baracche come successe agli indiani d’America costretti a vivere loro in riserve, loro che un tempo erano gli eroi della loro stessa vita.

Con una bottiglia stretta in una mano, cammino nella notte nera, alla ricerca di un sogno, un sorso, ad ogni passo una lacrima…nella notte nera, io cammino ancora.

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