Alla riapertura dei mercati finanziari, ecco che si è appreso che lo spread Bund-BTP (di cui fino a qualche mesetto fa ignoravamo l’esistenza) è tornato a salire a quota 356, e solo perché Monti, che un anno fa è stato piazzato a Palazzo Chigi, soprattutto per (e grazie a)i Mercati è stato licenziato con un coup de théâtre da parte di Berlusconi.
Ora, si può pure criticare (aspramente) il Cavaliere e dargli dell’irresponsabile, come han fatto a sinistra, pronti a vestire la casacca dei pompieri montiani. Ma è indubbio che egli, o almeno il partito che rappresenta, ha esercitato un diritto costituzionale sacrosanto in una Repubblica Parlamentare: il diritto di sfiduciare politicamente un Governo. Del resto, ce lo ricordano gli stessi sostenitori del parlamentarismo, detrattori del presidenzialismo: in una repubblica parlamentare la sovranità appartiene al Parlamento. Conseguentemente, con le dovute maggioranze, è il Parlamento, che esprime la volontà del popolo; è il Parlamento a dare e togliere il potere di governare ai governi. E non i mercati, né lo spread, né gli indici di borsa.
Eppure da qualche anno a questa parte sembra che le Borse dell’alta finanza, delle quotazioni e dello spread siano diventati il nuovo Parlamento in cui si decide la politica nazionale, indipendentemente dalla volontà dei popoli, indipendentemente dal voto e dalle esigenze dei cittadini. Se una borsa va giù, subito il Governo attua misure normative per arginare la crisi finanziaria. Se lo spread sale, ecco che il Governo vara misure di lacrime e sangue. Se il Parlamento decide diversamente, ecco che i Media strombazzano il pericolo di un attacco speculativo.
Questa è dittatura finanziaria! Questa è sospensione di fatto della democrazia. Questa è esautorazione del potere dei popoli di decidere quello che è meglio per loro. Questo è svuotamento dei principi fondamentali della Costituzione, che attribuiscono al popolo italiano e non allo spread o agli indici di borsa la sovranità. Cosicché se il popolo italiano decide contro i mercati, devono essere i mercati ad adeguarsi a esso e non viceversa, come invero accade oggi!
Ma il male che ci è capitato tra capo e collo ha una sua origine lontana. E negli ultimi venti anni è stato fittamente intrecciato con il più becero antiberlusconismo. Furbescamente, poi, negli ultimi due anni, questo intreccio è diventato ancor più fitto per l’esigenza di erodere sovranità all’Italia in favore di organismi autarchici di livello europeo, fino a rendere i mercati finanziari i veri dittatori della nostra vita di cittadini. Oggi è lo Spread il nostro Presidente della Repubblica, il nostro Presidente del Consiglio, il nostro Parlamento e anche il nostro giudice! Un sovrano spietato e assoluto, che guarda solo agli interessi di chi investe nelle borse.
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