Venerdì scorso ho fatto un SalTo (perdonatemi il gioco di parole) al Salone internazionale del libro di Torino. Era venerdì (quindi un giorno lavorativo) ma la quantità di gente in coda all’entrata mi ha quasi fatto desistere. Ho resistito e mi sono messo pazientemente ad aspettare. Il mio obiettivo era di scattare foto di ritratto e street interessanti (si, alla fiera del libro) e divertirmi con i visitatori (e magari comprare qualche libro). Sono riuscito in parte nel mio intento (ho comprato qualche libro). Per fotografare ho utilizzato un approccio tecnico diverso dal solito. Ho impostato il mio fedele 24-70 alla massima apertura (atuttapertura) e scelto di scattare sempre (o quasi) a 1600 iso: non volevo in nessuno modo incorrere nel mosso (anche artistico). L’esposimetro mi indicava sempre cifre oscillanti fra 1/125 e 1/400. Tranquillo. Non ho contato quanta strada ho percorso ma credo che nessun angolo del Lingotto sia rimasto insensibile alla suola delle mie scarpe. Al momento di uscire mi sono accorto che fuori era parcheggiata l’arca di Noè e quindi ho preferito continuare nella mia ormai stanca perlustrazione; ho così scoperto il padiglione numero 5, completamente diverso dai primi tre (il quarto misteriosamente non esiste). Tutto dedicato alle nuove generazioni. In un angolo sperduto ho visto una giovane ragazza: era sola, assorta nei suoi pensieri, look anglosassone, cuffiette e un quadernone degli appunti. Era bellissima. Le ho chiesto il permesso di fotografarla, mi ha sorriso e squadrato come un gufo farebbe con il cubo di Rubik. Ma alla fine ha ceduto. Mi sono seduto per terra e ho scattato tre foto: questa è la mia preferita, questa è la mia foto del Salone del Libro 2013.
Durante il mio vagabondare fra gli stand del Lingotto sono anche stato intervistato (in qualità di grandissimo fotografo, ovviamente) dai ragazzi di Hubblog. Sono assolutamente ridicolo e fuori luogo ma se volete divertirmi alle mie spalle ecco la mia straordinaria prestazione di fronte alla telecamera.