Eloisa- scrive Jaspers a proposito della monaca Eloisa innamorata del teologo Abelardo - è devota, la sua intenzione di voler seguire Abelardo persino all’inferno non significa che Abelardo sia il suo Dio, che tra Dio e Abelardo sceglierebbe Abelardo, ma che non può essere un vero Dio chi cercasse di separarla da Abelardo per un voto monastico.
Non si tratta di una sensualità selvaggia, che per sua natura passa rapidamente, e che è così forte da esigere l’immediata soddisfazione.
Non si tratta neppure di un erotismo spiritualizzato, ma di un amore incondizionato e trascendente, il cui tradimento costituirebbe una minaccia per l’esistenza, che vedrebbe compromesso il suo rapporto con la trascendenza.
E, ancora, il Dio dei mistici non è quell’entità metafisica da cui dipendono le leggi morali che dischiudono le vie della salvezza ma –puntualizza Jaspers.
“E’ sempre e solo quel Dio che esiste per la singola esistenza”.
Come pare che chiarisca spesso lo stesso Papa Bergoglio.
E il teologo ortodosso Chrstos Yannaras, sempre a proposito di sesso e mistica, ancora precisa : “Se esci dal tuo io, sia pure per gli occhi belli di una zingara, sai cosa domandi a Dio e perché corri dietro a Lui”.
Perciò mai confondersi e neanche confondere. Intelletto e cuore.
Sexus deriva da nexus, ci ricorda , per altro, Umberto Galimberti sull'ultimo numero di "D" 887,il periodico femminile di la Repubblica.
Ed è bene tenerlo a mente ,pur non essendo necessariamente dei filologi.
Il legame di Eloisa e Abelardo è "altro".
E'decentramento dell'io capace di aprirsi a connessioni differenti dalle usuali.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)