Magazine Società

Abisso Italia, le cifre della crisi

Creato il 28 giugno 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Abisso Italia, le cifre della crisi

Ogni tanto è utile quantificare la portata di quell’alone nero che intristisce le cronache: la crisi. La fonte sono autorevoli, la Confindustria e la Corte dei Conti, e i numeri impietosi. La prospettiva di uscita dalla crisi si allontana e il 2012 si prospetta come l’anno peggiore da quando si è entrati nel tunnel.

Secondo il rapporto presentato dal capoeconomista dell’unione degli industriali Luca Paolazzi, il PIL nel 2012 scenderà del 2,4%, contro l’1,6 della precedente previsione, continuerà a calare dello 0,3 anche del 2013, quando invece ci si aspettava un rialzo dello 0,6.

L’austerity ha portato a un vistoso miglioramento dei conti pubblici, ma il pareggio di bilancio rimane lontano. Il deficit nel 2013 sarà a -1,6% del PIL e non a -0,1% come prospettato. Nel 2012 si attesterà a -2,6%, in peggioramento di un punto percentuale.

I dati che più interessano al portafoglio degli italiani sono quelli che riguardano la pressione fiscale. Quella effettiva schizzerà al 54,2 nel 2012, per salire dello 0,2 l’anno prossimo, quella apparente è al 45,1 quest’anno e sarà al 45,5% nel 2013. La stangata fiscale si è fatta sentire: +5,2% di tasse incassate dallo Stato quest’anno. 

Il livello di benessere, misurato in PIL pro capite, tornerà ai livelli del 2007, pari a un calo di 2.500 euro a testa in questi ultimi tre anni. Per recuperare la perdita, secondo Viale dell’Astronomia, occorrono riforme che facciano veleggiare l’Italia su una crescita annua del 2%.

Il 2013 si chiuderà con un milione e 482mila posti di lavoro in meno rispetto al 2008. La disoccupazione arriverà al 10,9% a fine 2012 e toccherà il record del 12,4% nel quarto trimestre del 2013.

Gli investimenti crollano dell’8% nel 2012 e perderanno un altro 02% nel 2013. Si restringono anche i consumi delle famiglie: -2,8 nel 2012, -0,8 nel 2013.

Il sunto è eloquente:

Anche se non siamo in guerra, i dati economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono le parti più vitali e preziose del sistema Italia.

La soluzione per uscire dalla crisi non è, come da molti suggerito, il ritorno alla lira. Secondo Confidustria, l’amarcord sarebbe la più colossale patrimoniale mai varata, sia per gli effetti diretti sul valore delle attività delle famiglie e del loro reddito sia perché le ricchezze private verrebbero sottoposte a una radicale tosatura. Viale dell’Astronomia esclude anche l’uscita dall’Eurozona di altri paesi, poiché scatenerebbe una reazione a catena dall’esito difficilmente prevedibile. La via indicata è quella della deburocratizzazione e del miglioramento dell’efficienza della macchina pubblica.

Anche la Corte dei Conti, nella presentazione del rendiconto generale dello Stato, elogia i risultati ottenuti con le manovre, ma sottolinea che la strada verso dei conti in ordine è ancora lunga. Il presidente di sezione Luigi Mazzillo ha evidenziato che i tagli hanno avuto successo, ma hanno anche avuto effetti distorsivi e rischiano di avviare un circolo vizioso per quanto riguarda la crescita. La spesa locale è stata ridotta a livelli difficili da mantenere nei prossimi anni.

I risultati contro l’evasione sono ragguardevoli, ma lo zoccolo duro è appena stato scalfito. Così come rimane da arginare la corruzione. L’effetto combinato dei due malcostumi colpisce i costi delle grandi opere con aumenti di oltre il 40% e allontana gli investimenti esteri.

 

Fonte: Ansa, Repubblica, Corriere, Il Fatto Quotidiano


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine