Abisso senza fine

Da Galadriel

Battiti oscuri, vago nuovamente in terre familiari.
Luce, mia agognata, ove sarai?


Soffio di vento, incede verso di me urlando la sua ira, prima sussurrando poi ululando nelle tenebre. Parole, dette e ridette, scuse senza scuse menzogne illusorie per l'anima. Le mie lacrime, t'abbeverano, per ere ti hanno dissetato, protetto e predetto un destino che ti pareva.
Vorrei narrare, vorrei parlare ancora una sol volta con te, mio respiro mio alito di vita, mia musa ispiratrice... Arco nel cielo tenderei per te, dardi illuminanti il tuo sentiero per farti giungere in lidi prosperi e ricchi di latte e miele. Un'abisso, oceano infinito legge il mio labbiale che soffocato reclama un tuo ultimo sorriso un'ultimo palpito che cerca sepoltura in un sepolcro che non c'è.

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