Ricevere per un tè può sembrare un'abitudine desueta e un po' snob, rimasuglio di una società oziosa d'Antico Regime che imbastiva tè ogni pomeriggio per combattere la noia ma soprattutto per creare o rinforzare una forte rete sociale d'élite: l'invito o l'esclusione sancivano le classi sociali. Ora la mia concezione del "tea Party" non potrebbe essere più distante da questa; passati da più di un decennio gli anni Duemila, sfaldate in Occidente le classi, l'arte del tè diventa un modo per ricevere care amiche con leggerezza. Senza gli affanni del grande pranzo o sontuose cene, il tè pomeridiano viene consumato nei giorni festivi, così anche le lavoratrici con pesanti turni settimanali possono dedicare qualche ora alla cura meticolosa di un adorabile momento come quello del tè. Personalmente trovo che siano sempre i particolari a fare la differenza e mi piace avere un tema a cui ispirarmi. I giorni prima dell'ultimo tè già pregustavo il momento dell'apparecchiatura e ho pensato a un piccolo dono da offrire alle mie ospiti: ho optato per una candela profumata dei fiori del mare di un tenue color lilla/cipria. Me la sono portata in borsa nei giorni a seguire. Mi faceva sorridere ogni volta che mi imbattevo nel suo profumo e mi è stata utile quando, ad esempio, sono passata dal fioraio per prendere i fiori da mettere in tavola e ho potuto scegliere la medesima tonalità. Piccoli dettagli che fanno la differenza.
La preparazione della festicciola poi, lungi dall'essere tediosa, è un momento speciale per fare con calma e dedizione un'attività e lasciarsi tutto il resto alle spalle. I monaci tibetani potrebbero anche farne una nuova arte di meditazione.
E dopo tutte queste chiacchiere, ecco l'ultimo tè fatto a casa mia per il Solstizio d'Estate: si trova sempre un buon motivo per festeggiare!
Le alzatine pronte per essere utilizzate.
Un plum cake al limone e un infuso speciale rinfrescante visti i giorni afosi delle terre emiliane. Non manca mai un po' di frutta fresca di stagione e specialità, come gli amaretti di Modena.
Le perine di San Giovanni come portafortuna
Appena tornata con il bouquet e molti fiorellini-velo da sposa donati dal più gentile dei fiorai.