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Abitudini vs Routine…..Sentiamo lo Sport Coach

Creato il 12 marzo 2013 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Sport Coach fin da giovaniCiao a tutti, come vanno le cose? Se la risposta è..”Ma si dai, più o meno come al solito. Fra alti e bassi.”, allora sarà il caso di incominciare a cambiare qualcosa. Beh…direte voi, nemmeno due righe e già ci chiedi di cambiare? Va bene che fai lo SportCoach, ma così ci sembra esagerato!!

Forse avete ragione. Ricominciamo.

Ciao a tutti, come vanno le cose? “Beh…la solita roba. Ne bene bene, ne male male.”, e vabbé ma allora lo fate a posta!! Che vuol dire…”come al solito”…”la solita roba”…Ohhhhhh, ma quante volte ve lo dobbiamo dire che facendo le stesse cose si ottengono sempre gli stessi risultati?!

Ormai è tanto che leggete di Mental Training!!

E non mi pare che siano strepitosi se l’idea è : “Fra alti e bassi” o “Ne bene bene, ne male male”.

Mica sarete diventati degli abitudinari????

Qualcuno potrebbe dire…: ”Che c’è di male ad essere degli abitudinari?”.

Ah, niente! Se l’abitudine è quella di incasellare un successo dietro l’altro, continuate pure così.

Allora avete assolutamente bisogno di un Coach per lavorare un pochettino sull’entusiasmo e la gioia di vivere.

Non mi pare di aver mai sentito Federer  di qualche anno fa, o  Shumacher dei tempi d’oro dire…..:

- ”Ma si… che vuoi, le solite cose. Ho appena vinto il ventesimo trofeo consecutivo, è un periodo un po’ così, vediamo in futuro. Magari mi ha solo detto cu….emmm, fortuna.”

Questo per chi non lo avesse ancora capito è l’anno buono!!!! Buono per tutto, lasciate perdere chi vi dice che bisogna stare col profilo basso, che c’è la crisi, che bisogna accontentarsi, che magari è il caso di allentare un po’,e che fra un paio di anni tutto girerà meglio……

Fra un paio d’anni?! Il momento è adesso.

Mente aperta e sensi proiettati fuori della nostra testa, l’idea giusta potrebbe essere in ogni dove.

E per quello che vi sto per dire è andata proprio così….

Quindi penserete voi:

- ”Tutto questo per dire cosa? Che sarebbe il caso di cambiare se le cose vanno così così? Che se  non siamo degli abitudinari del successo sarebbe il caso di non essere degli abitudinari? Che i campioni sono entusiasti dei loro periodi top?, Che durante le crisi si possono ottenere grandi benefici tenendo le antenne ben dritte sopra la testa? Che l’idea buona è proprio dietro l’angolo, basta avere il coraggio di voltarlo?.....Manca soltanto…. Non ci sono più le mezze stagioni;  si stava meglio quando si stava peggio;  chiusa una porta si aprirà un portone; e la sagra delle banalità è bella che servita!!!!

Tranquilli adesso ve lo servo io un bel piatto di Coaching caldo caldo, tutto quello che ho scritto finora era per creare un po’ di aspettativa. E comunque qualche bel concettone lo abbiamo snocciolato…no?? Ok…ok…la smetto!!!

Cosa ne pensate però del titolo? “Abitudini vs Routine”. Non è interessante?? Si, vero?

L’ho pensato anche io quando un paio di settimane fa di ritorno da Milano in treno, mi è caduto “l’orecchio” sulla telefonata non proprio sottovoce di un signore che stava raccontando il torneo di tennis del figlio del giorno prima.

Il Coach: una vera “guida”!!
Visto l’argomento, l’occasione era troppo ghiotta per non origliare. E alla frase…:

- ”E poi questi allenatori che gli fanno una testa così…con tutte queste stupidaggini sui “rituali” prima di andare al servizio! Da che mondo è mondo le abitudini, più o meno buone ce l’hanno tutti.

E che sarà mai se uno fa prima una cosa o un’altra. E poi se ha l’abitudine di mangiare qualcosina fra un game e l’altro, mica sarà la morte di qualcuno?!?!”.

Quale miglior occasione per fare una chiacchierata con “l’illuminato” genitore, sulle “Routine” e sulle “Abitudini” del figlio.

Da Sport Coach, mi sembrava giusto capire se fossero funzionali o meno, e in che modo gli allenatori di turno stessero lavorando su queste cose.

Pochi minuti ancora e avrebbe attaccato.

- “Salve!!”….Esordisco con un sorrisone facendo notare con la mano che il mio posto è quello alla sua destra. (naturalmente cosa non vera, ma tanto prima di Firenze non ci sono più fermate).

- “Prego si accomodi.”…E spostando sciarpa e giornale mi lascia accomodare.

- “Non ho potuto far a meno di sentire che suo figlio fa il tennista.”

- ”Mi scusi, forse stavo parlando a voce un po’ alta. Si, niente di che, è alle prime armi, ma dicono che è promettente.”

- “Aaah….Un nuovo Nadal.”  Aggiungo io, e subito dopo.

- ”Mi presento, mi chiamo ecc..ecc……..e mi occupo di allenamento mentale”.

E il signore:

- “Fa lo psicologo dello sport?”

(Eccone un altro. Oh ce ne fosse uno che dice..”Fa il Mental Coach?”).

Comunque per farla breve gli spiego cosa vuol dire fare il Mental Coach, e amabilmente mi addentro verso l’argomento che mi interessava di più.

- “E quindi fa sempre tutte queste cose prima di andare a giocare?”

- ”Siiii….E’ un metodico. Quasi maniacale. Beh…Veramente lo era. Questa serie di cose che le ho elencato non andava bene al maestro e quindi adesso non le fa più.”

Interessante. Il figlio da come lo descrive sembra un Metaprogramma Dettaglio, che prima di andare a giocare fin da quando era più piccolo (adesso ha quasi 16 anni), è sempre stato solito mangiare le stesse cose, preparare meticolosamente la borsa, la racchetta, pulire le scarpe, e anche quando arrivava al campo aveva una serie di “abitudini”, come le chiama il padre, che lo mettevano nella migliore condizione mentale. Ed oltretutto i risultati sul campo sono sempre stati ottimi.

- “Da quando ha perso queste abitudini lo vedo anche meno voglioso, soltanto che adesso iniziano i tornei che contano. Quelli dai 16 anni in su sono i più importanti!!”.

Io ero veramente incredulo, e quindi mi sono permesso..:

- ”Scusi ma viste queste cose perché non ha consigliato a suo figlio di riprendere queste “abitudini”?”

- ”E io ci ho provato. Ma la risposta è stata che quelle sono soltanto delle scaramanzie, e che il maestro gli ha detto che non servono. Quello che deve fare è copiare il “Rituale” dei grandi campioni, come Djokovic o Sampras”.

Avete capito quel genio del maestro, invece di indirizzarlo sull’ottimizzare quella che era praticamente la sua “Routine” pregara, che di sicuro doveva magari  ottimizzata ma non cancellata, e che funzionava benissimo nel mettere Marco (il nome è di fantasia) nello stato migliore per recarsi all’allenamento, gli ha stravolto la vita convincendolo che quello che faceva lui erano scaramanzie, e che invece aveva bisogno di un “rituale”. Ma non suo! Bensì di qualcun altro.

- “Mi scusi, ma la cosa si fa interessante. Quindi in cosa consiste il rituale di suo figlio adesso.”

- “Ah…beh, basta che lei guardi un match di Djokovic e non si può sbagliare. Praticamente è uguale. Pensi che ha imparato a copiarlo anche nel più minimo atteggiamento, ogni dettaglio è perfetto.” (Che vi avevo detto, attentissimo hai dettagli!!) “Il problema è che l’unica cosa che non copia sono i risultati.”

- “E il maestro cosa dice? In fondo questo cambiamento lo ha voluto lui.”

- “Che si distrae. Che è poco motivato. E che sembra quasi che non gli importi più tanto come prima il Tennis.”

Capito il furbone, non gli è mica venuto in mente che magari tutto quello che faceva prima Marco servisse per farlo entrare nella modalità giusta. Noooo….!! Erano scaramanzie disfunzionali.

Mentre il copiare per filo e per segno la “Routine” di un campione, e per lui che è attentissimo hai dettagli è stato facilissimo, che però non ha niente a che vedere con la mente del ragazzo, è stata una mossa da guru del Tennis.

Ma non è mica tutto!! Sentite…sentite….:

- ”Poi, ed è quello che stavo dicendo prima al telefono, mio figlio da questo torneo ha ricominciato a fare delle cose che faceva prima, durante il cambio di campo fra i vari Game. E il maestro lo ha ripreso perché quello interrompeva il rituale. Ma che vuoi interrompere che non mette più una palla in campo.”

Particolare troppo ghiotto per non indagare…:

- ”Scusi ma lei lo sa perché Marco ha ricominciato a fare le cose di prima anche se sporadicamente?”

- ”Veramente non glie l’ho chiesto. Penso che gli mancassero. Comunque il problema non si pone, perché ha promesso al maestro che non lo farà più!!”

Ricapitolando:

1) Marco era solito fare sempre le stesse cose fin da piccolo prima di andare a giocare.

Nella chiacchierata è venuto fuori che aveva delle abitudini, che noi chiameremmo “Routine” o “Rituale”, anche durante le partite  che nessuno gli ha insegnato. Le faceva e basta.

Però sempre nello stesso ordine tutte le volte.  La sua capacità di apprendimento era altissima,

ed anche negli incontri i risultati arrivavano, tanto che era diventato uno dei migliori 15 giocatori italiani sotto i 15 anni.

2) Il “Maestro” lo convince che tutto quello che faceva erano soltanto delle inutili “scaramanzie”,

e  oltretutto  disfunzionali. Quindi le eliminano e le sostituiscono con tutta la “Routine” pregara, ed in gara, di Djokovic.

Il gioco, stando al padre, ha avuto una involuzione e i risultati hanno iniziano a non arrivare più.

3) Tutto questo viene giustificato dal maestro in una poca motivazione di Marco, che sempre più spesso è svogliato e si distrae. Al padre, il maestro, avrebbe anche detto che di sicuro ha messo gli occhi su qualche ragazzetta e che è per questo che sta con la testa fra le nuvole.

4) Marco ricomincia a fare qualcosa del passato, probabilmente perché ne sente il bisogno, o perché si rende conto che deve cambiare qualcosa. Il maestro si arrabbia perché questo gli interrompe il “Rituale” certosinamente copiato e applicato.

5) Marco confessa al padre che finirà la stagione, ma avrebbe intenzione di smettere.

E adesso veniamo a noi. Cosa ci insegna tutto questo?  Che non bisogna cambiare?? Che le “Routine pregara” studiate e programmate sono inutili?? Che è meglio lasciare che il giocatore segua il suo istinto??

Assolutamente no!! Ci insegna che tutto quello di cui parliamo in ogni articolo, va trattato come una cosa seria e professionale. Perché lo è!!!! Nel caso di Marco il suo maestro, oltretutto sono andato a cercarlo su internet è pure molto quotato, ha operato con leggerezza, andando ad intervenire in modo incompetente su una strategia funzionale, e oltretutto installandone un’altra, in modo grossolano, estremamente depotenziante.

Le “Routine” e i “Rituali” sono cose estremamente importanti che non riguardano soltanto atteggiamenti esterni, o abitudini visibili a tutti, hanno delle loro corrispondenze interne.

Parte del processo, se non tutto, è legato a cose fatte nella mente.

Quindi quando si copia la “Routine” di un campione, semplicemente rifacendo quello che tutti possono vedere, non si sta copiando un bel niente!! Perché non stiamo estraendo la Strategia, stiamo soltanto rifacendo quello che vediamo esternamente.

Ma tutti i processi mentali, che sono parte integrante di quelli esterni sono a noi sconosciuti.

In questo caso “Abitudini di Marco” battono “Routine del Maestro”:  6-0/ 6-0/ 6-0


William Fiorani
DiWilliam Fiorani


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