Danno economico, noia e pochi stimoli alla creatività. Gli svizzeri mettono sotto accusa PowerPoint e, per far sul serio, fondano anche un partito politico. L’Anti PowerPoint Party è un movimento internazionale, nato nel maggio del 2011, contro il programma più usato al mondo nelle università e negli uffici per presentare progetti di lavoro. La sua dichiarazione d’intenti è chiara: "Frenare il fenomeno del tempo perso nella economia, nell’industria, nella ricerca e nelle università". Con particolare attenzione al danno economico causato dalle presentazioni con il famoso programma di casa Microsoft. Secondo l’APPP sono oltre 250milioni le persone nel mondo che ogni giorno sono costrette a ricorrere a presentazioni in PowerPoint. In alcuni paesi, gli studenti che non espongono con l’apposito programma del pacchetto Office, ricevono voti bassi. Di conseguenza, le motivazioni invece di crescere, vanno scemando. Le cifre parlano chiaro: 110.000 milioni di euro buttati al vento ogni anno in Europa. Secondo gli svizzeri esisterebbe anche un’alternativa economica e divertente: il flip-chart. La vecchia e cara lavagnetta con grossi fogli bianchi permette di esprimere con maggiore convinzione e creatività le proprie idee, senza annoiare il pubblico e senza perdere preziose ore di lavoro per prepararsi. Il ritorno al sistema analogico, insieme a una buona capacità oratoria, potrebbe essere risolutivo nel 95% dei casi. Il partito, che conta di diventare la quarta forza politica della Svizzera, si presenterà con una propria lista alle prossime elezioni del 23 di ottobre con l’obiettivo di proporre un referendum per l’abolizione del’uso del PowerPoint nelle presentazioni, a favore di altri metodi. Il leader è Matthias Poehm, un ex ingegnere informatico esperto di comunicazione. Poehm sostiene che le spiegazioni correlate da una presentazione elettronica sono molto meno efficaci di quelle che ne fanno a meno. L’ingegnere è anche autore di un libro, best seller, dal titolo «The PowerPoint Fallacy» (L’errore del PowerPoint). Ma non si tratterà, per caso, solo di una trovata pubblicitaria?
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Danno economico, noia e pochi stimoli alla creatività. Gli svizzeri mettono sotto accusa PowerPoint e, per far sul serio, fondano anche un partito politico. L’Anti PowerPoint Party è un movimento internazionale, nato nel maggio del 2011, contro il programma più usato al mondo nelle università e negli uffici per presentare progetti di lavoro. La sua dichiarazione d’intenti è chiara: "Frenare il fenomeno del tempo perso nella economia, nell’industria, nella ricerca e nelle università". Con particolare attenzione al danno economico causato dalle presentazioni con il famoso programma di casa Microsoft. Secondo l’APPP sono oltre 250milioni le persone nel mondo che ogni giorno sono costrette a ricorrere a presentazioni in PowerPoint. In alcuni paesi, gli studenti che non espongono con l’apposito programma del pacchetto Office, ricevono voti bassi. Di conseguenza, le motivazioni invece di crescere, vanno scemando. Le cifre parlano chiaro: 110.000 milioni di euro buttati al vento ogni anno in Europa. Secondo gli svizzeri esisterebbe anche un’alternativa economica e divertente: il flip-chart. La vecchia e cara lavagnetta con grossi fogli bianchi permette di esprimere con maggiore convinzione e creatività le proprie idee, senza annoiare il pubblico e senza perdere preziose ore di lavoro per prepararsi. Il ritorno al sistema analogico, insieme a una buona capacità oratoria, potrebbe essere risolutivo nel 95% dei casi. Il partito, che conta di diventare la quarta forza politica della Svizzera, si presenterà con una propria lista alle prossime elezioni del 23 di ottobre con l’obiettivo di proporre un referendum per l’abolizione del’uso del PowerPoint nelle presentazioni, a favore di altri metodi. Il leader è Matthias Poehm, un ex ingegnere informatico esperto di comunicazione. Poehm sostiene che le spiegazioni correlate da una presentazione elettronica sono molto meno efficaci di quelle che ne fanno a meno. L’ingegnere è anche autore di un libro, best seller, dal titolo «The PowerPoint Fallacy» (L’errore del PowerPoint). Ma non si tratterà, per caso, solo di una trovata pubblicitaria?
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