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Abolizione delle Province: l’affossamento del federalismo e il caso della Regione Veneto

Creato il 12 gennaio 2012 da Balocchitaliani

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Comunque sia, nelle settimane passate, si parlò dei costi della politica e vennero fuori cifre strabilianti sul risparmio dell’abolizione delle province (qualcuno arrivò a dire circa due miliardi di €uro di risparmio!).
In realtà non è così e prova ne è stata la relazione al Decreto Salva Italia che testualmente affermava:
Per quanto attiene i c.d. “costi della politica” che – da dati SIOPE - ammontano a circa 130 milioni di euro lordi , appare verosimile considerare una riduzione percentuale nell’ordine del 50%, considerando che rimarrebbero quali organi i Presidenti e i componenti del Consiglio e che dovrà essere assicurato un supporto di segretaria, come previsto dal comma 19.
Quindi il grande risparmio sarebbe soltanto di 65 milioni di €uro, come continua la relazione.
Il risparmio di spesa associabile al complesso normativo in esame - 65 milioni di euro lordi – è destinato a prodursi dal 2013 e peraltro in via prudenziale non viene considerato in quanto verrà registrato a consuntivo
Non mi sembra poi che ne valesse la pena, o mi sbaglio?
Se invece ritenete che valeva la pena, sappiate che per ciascuna analisi di politica pubblica occorre sempre analizzare i benefici e forse vi ricrederete dell’abolizione delle province e potreste darci ragione.
Prendiamo ad esempio la Regione Veneto che ha attualmente 7 province e 581 comuni.
Venendo meno le Province, la Regione Veneto dovrà riassorbire e poi ridistribuire le funzioni delle Province. In parte rimarranno in carico alla Regione e in gran parte ricadranno sui Comuni. Ora, ogni comune ha una propria individualità, una propria autonomia e di conseguenza una propria tradizione e comunità territoriale.
Come vedete questo “scaricamento” di funzioni? Come potrà conciliare le necessità dei territori un ente locale distante dai Comuni? Come potrà garantire di ascoltare i problemi di tutte le comunità locali (sono 581!)?
I nostri padri costituenti lo avevano capito, avevano capito che era necessaria una “concentrazione” di funzioni per ciascun ambito territoriale. Ora questa concentrazioni, e aggiungo concertazione, verrà meno.
politica,italia,roma,milano,news,notizie,attualità,lavoro,abolizione delle province,abolizione,province,federalismo,ragionato,costi,diritti,cittadini,comuni,regione,veneto,risparmio,castaCosì come verrà meno di conseguenza quel federalismo di funzioni tanto invocato negli anni passati. Qualcuno potrà obiettare che non è completamente corretto quello che dico, e in parte ha ragione, però l’affermazione diventa corretta se alla parola federalismo si aggiunge la parola “ragionato”. Un “federalismo ragionato” implica infatti mettere in atto tutte quelle politiche atte a garantire la centralità dei servizi e di conseguenza il loro coordinamento, che a livello regionale non può essere garantito con una moltitudine di realtà municipali.

Pertanto la gestione dei servizi verrebbe garantita senza una necessaria ed efficace correlazione diretta con i Comuni, comportando di fatto la minore tutela delle identità di ogni singola cittadinanza con l’effetto di negare il valore di riforma federalista in senso garantista promossa negli ultimi anni dalla politica italiana.
Ma veniamo agli effetti di oggi. Che cosa potrebbe succedere al ruolo delle Province fino alla loro abolizione?
Il rischio è il blocco totale degli investimenti: i progetti in corso saranno ridimensionati nel loro quantum, diminuiti nel numero e confinati in un ambito temporale di competenza annuale, senza programmazione; il personale demotivato, sapendo di lavorare in un'azienda che non ha futuro, penserà giustamente unicamente al futuro, cercando di capire dove finirà e quali prospettive ci possano essere dal punto di vista professionale e umano.
Andiamo poi nel particolare e pensiamo ad esempio ad una strada provinciale, che attraversa più comuni: ci sarà il caos gestionale perché i comuni coinvolti dovrebbero creare ognuno una struttura tecnica che in molti casi non ha (e che la Provincia invece aveva), oppure al fine di ridurre i costi potrebbero creare un ente consortile sovraordinato (e vai, un altro, non necessario perché di fatto c’era già la Provincia) per affidare lavori di manutenzione o di progettazione.
Altri effetti: oltre al personale che verrà inserito in nuovi ruoli con tutti i problemi connessi di inquadramento, di valutazione e di riorganizzazione conseguenti, verranno trasferite tutte le pratiche tra enti con conseguenze di ritardi o perdite di dati e atti, verranno trasferiti gli archivi, verrà riattributo l’immenso patrimonio immobiliare e mobiliare delle Province.
In poche parole un marasma istituzionale dove i costi lieviteranno (e ai quali nessuno ha mai pensato) e i diritti dei cittadini verranno messi da parte.
Complimenti! Clap Clap!

Il vostro Grillo (S)Parlante

 


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