Gli Abominator possono considerarsi storicamente tra i principali esponenti della scena metal estrema australiana, insieme a Destroyer 666 e ai disciolti Bestial Warlust. Formato a Melbourne nel 1994, il gruppo guidato da Chris Volcano e Andrew Undertaker (rispettivamente voce/batteria e chitarra/basso) è divenuto con rapidità l’archetipo di una forma di black/death dalla forte impronta tradizionalista, ignorante e velocissimo, dalle sfumature thrash e basato su pattern ritmici esasperati, con riff di diretta derivazione ottantiana, assolo distorti e la voce al vetriolo di Volcano a sovrastare il tutto.
Gli Abominator riprendono il discorso esattamente dove l’avevano lasciato nel 2006 con Eternal Conflagration, album discreto ma penalizzato da un mixaggio oltremodo discutibile della batteria. Evil Proclaimed suona pertanto piacevolmente retrò, e si avverte in modo chiaro la passione che è tornata ad animare il duo dopo un lungo periodo di latitanza discografica. Non si inventa ovviamente nulla, né a livello compositivo né per quanto concerne i suoni, che sembrano risalire a un quindicennio fa nonostante una produzione nitida, che pone in giusto risalto tutti gli strumenti. Qui è tutto molto crudo e diretto, senza effetti o artifici da studio. Il disco scorre rapido per un totale di poco più di trentacinque minuti in cui si concentrano otto brani contraddistinti da una certa omogeneità di base, lineari nel loro susseguirsi, in un certo qual senso intercambiabili, eppure in grado di risultare sempre aggressivi per la loro attitudine blasfema. Le singole composizioni non risultano particolarmente elaborate, insomma, e riesce difficile di conseguenza indicare qualcosa che spicchi per originalità rispetto al resto. Si possono segnalare in via esemplificativa la tiratissima “The Brimstone Nucleus”, la scheggia impazzita “Invoker Of The Four Winds” e la più rallentata – se confrontata alle altre – “Indomitable Master”. L’energia malefica sprigionata si mantiene costante durante tutto lo svolgimento di Evil Proclaimed, ed è questo che contribuisce a rafforzare la qualità del disco. Un gruppo ormai di culto come gli Abominator si può permettere di restare sulle proprie posizioni, soprattutto se lo fa con questa convinzione e risultati così soddisfacenti.
Un album che si rivolge a un pubblico affezionato.
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