Io e il buon Ciccio Russo arriviamo al Traffic alle 21.30, dopo una capatina in un vicino locale per adattare il nostro fegato alla serata di bagordi e budella che ci attende. Purtroppo il nostro intento iniziale di assistere alla performance degli svedesi MIASMAL sfuma per un’anticipazione nell’orario d’inizio e arriviamo in tempo per 2 soli pezzi. Peccato perché il mio brother in arms non li conosceva e gli sarebbero sicuramente piaciuti.
Qualche momento per il cambio di palco e salgono gli EXHUMED. Gli americani regalano uno spettacolo incentrato su estratti dall’ultimo Necrocracy e dai vecchi e sempiterni lavori, show impeccabile complice un suono perfetto per lo stile proposto e un tizio vestito da chirurgo che a un certo punto esce brandendo un nastro di salsicce che usa per strangolare il chitarrista, versandogli poi in gola una lattina intera di birra che provoca al malcapitato un improvviso conato di vomito appena prima di iniziare la canzone. Inutile dire che da loro non mi aspettavo nulla di meno e a giudicare dalla reazione del pubblico direi che abbiamo gradito tutti.
Raggiunti dal buon Bargone ci prendiamo una pausa per fare una capatina al banchetto del merch e per berci una birra all’esterno del locale. Qui, dopo pochissimi minuti (ai concerti dove vado io in genere ci mettono non meno di 20 minuti per cambiare il palco, qui in 10 minuti era tutto a posto, un plauso al personale) veniamo investiti da una bordata di blast beat e growl dall’oltretomba: sono arrivati gli ORIGIN. Ci precipitiamo all’interno e tutti gli ingranaggi girano a sincrono anche qui, performance eccellente ed esecuzione perfetta, uno di quei pochi gruppi che suonano uguali sia in sede live che su disco e credetemi, non è una cosa scontata. L’unica pecca è stata il fatto che gli Origin, in un contesto del genere, tutto improntato al death metal più putrido ed ignorante, risultavano un po’ avulsi. Sarà per questo che né io né i miei compari ci siamo goduti in modo particolare lo show degli americani, pur non avendo nulla da eccepire.
A questo punto tutti attendevamo il piatto forte che, fortunatamente, non si è fatto attendere. Giusto il tempo di raccogliere i fluidi cerebrali sparsi in giro e partono a cannone gli ABORTED. Li seguivo moltissimo alcuni anni fa, stregato da The Archaic Abattoir e da Goremageddon. Con la svolta leggermente melodica e -core iniziata con Strychnine.213 mi cascarono sui coglioni e li lasciai perdere per diversi anni, recuperandoli solo con il recentissimo The Necrotic Manifesto, discone che riprende le sonorità dell’epoca rivisitandole con l’esperienza di una band ormai navigata. E proprio gli estratti da quest’ultimo e da Global Flatline la fanno da padrone in una scaletta che è letteralmente una delle cose più devastanti che mi sia mai capitato di ascoltare. Dopo un paio di canzoni non resisto e parte lo scapocciamento violento che chiederà il proprio tributo nei giorni successivi ma vaffanculo, una setlist simile non ammette astensioni di sorta, bisogna colpire duro. In un’ora di concerto i belgi sfondano qualunque cosa e, complici dei suoni perfetti e una capacità di tenere il palco sintomo evidente di talento, il tempo scorre e si arriva alla fine ancora desiderosi di farsi prendere a calci in faccia.Usciamo dal Traffic così, spettinati e felici. Dirigendoci alla macchina ci rendiamo conto della presenza di una statua della Madonna che campeggia fiera su una colonna. Così, in mezzo alle fabbriche e ai capannoni una statua della Madonna, apparentemente senza motivo “salutiamo” la sacra imago e torniamo a casa. La gente non sa cosa ci si perde a non essere metallari. (testo di Luca Bonetta, foto scippate a Yevhen Yeroshenko)