Martedì la Corte d’Appello del 9° Distretto degli Stati Uniti ha abolito il divieto dello Stato dell’Arizona di abortire dopo la ventesima settimana di gravidanza in assenza di una emergenza medica.
La Corte d’Appello ha sentenziato che la legge viola il diritto costituzionale della donna di interrompere una gravidanza prima che il feto sia in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero. La “vitalità” di un feto è generalmente considerata a partire dalla ventiquattresima settimana. Altri nove Stati americani hanno stabilito divieti simili a partire dalla ventesima settimana di gravidanza o prima. Molti di questi divieti sono stati messi giudicati illegali da altri tribunali.
Il giudice Marsha Berzon, scrivendo per la corte composta da tre giudici, ha detto che tali divieti prima che il veto sia vitale violano una lunga serie di sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti a partire dalla storica sentenza Roe vs Wade del 1973. Il giudice ha scritto che «una donna ha il diritto costituzionale di scegliere di interrompere la gravidanza prima che il feto sia vitale».
Il governatore dell’Arizona Jan Brewer ha firmato il divieto in legge nel mese di aprile 2012, dopo che è stato approvato dalla maggioranza repubblicana. I sostenitori hanno sostenuto che la legge aveva lo scopo di proteggere la salute della madre ed evitare che i feti sentissero dolore. Un giudice distrettuale, James Teilborg, ha stabilito che il divieto fosse costituzionale a causa di tali motivazioni ma la corte d’appello ha impedito che il divieto entrasse in vigore.
Gli avvocati che rappresentano lo Stato dell’Arizona hanno sostenuto che il divieto non era tecnicamente una legge ma piuttosto un regolamento medico perché ha permesso ai medici di eseguire aborti in caso di emergenze mediche. Berzon ha respinto tale ragionamento ed ha considerato la normativa come una legge che vieta di abortire prima che il feto sia vitale.
«L’eccezione dell’intervento medico d’emergenza della contestata normativa dello Stato dell’Arizona non trasforma la legge da un divieto di aborto in un regolamento di procedura di aborto» ha scritto il giudice Berzon. «Permettere ad un medico di decidere se è medicalmente necessario l’aborto non è la stessa che permette una donna di decidere se interrompere la propria gravidanza».
Cathi Herrod, a capo di un gruppo conservatore cristiano che ha sostenuto la legge del 2012, ha detto che la sentenza ha trascurato l’interesse dello Stato nel proteggere la salute materna ed ha aggiunto che il risultato non era sorprendente a causa della reputazione della Corte con le cause politicamente liberali.
«Non vediamo l’ora di ricorrere alla Corte Suprema degli Stati Uniti», ha detto Herrod. Il gruppo ha depositato una memoria legale a sostegno della legge dell’Arizona.
La sentenza del 9° Distretto è vincolante solo nei nove Stati occidentali sotto la competenza del tribunale e lo Stato dell’Idaho è l’unico altro Stato della regione con un simile divieto. Un giudice federale in precedenza aveva dichiarato incostituzionale il divieto dello Stato dell’Idaho.
Janet Creppe, un avvocato del Centro per i diritti riproduttivi che ha perorato contro il divieto in tribunale, ha detto che la sentenza di martedì ha affermato il diritto della donna ad un aborto prima che il feto sia vitale: «Queste leggi sono tutte incostituzionali. Questa non è per niente una cavillosa questione legale. Queste leggi sono incostituzionali».
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