Abu Omar, l’ex imam di viale Jenner, protagonista di un’annosa vicenda nel nostro Paese, è stato condannato a sei anni di carcere con l’accusa di terrorismo internazionale. È stato il gup di Milano Stefania Donadeo, alla fine del processo con rito abbreviato in contumacia, a condannare l’imputato. Accolte quasi totalmente le richieste della pProcura, che aveva chiesto per Abu Omar una condanna a sei anni e otto mesi.
Abu Omar si è sempre proclamato innocente rispetto alle accuse di aver finanziato e sostenute cellule di terrorismo islamico nel nostro Paese. Le accuse per lui erano però pesanti: assieme ad altre 13 persone, alcune delle quali già condannate in via definitiva, era accusato di far parte di un’associazione avente lo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo in Italia e all’estero all’interno di un’organizzazione sovranazionale.
Abu Omar vive da qualche tempo ad Alessandria d’Egitto, ma la sua vicenda era balzata agli onori delle cronache per l’incredibile catena di eventi che si era verificata ai tempi del sequestro dell’ex imam. Il 17 febbraio 2003, infatti, Abu Omar era stato rapito a Milano da una decina di agenti della Cia e da un carabiniere che aveva lavorato nella sezione antiterrorismo del Ros di Milano. Abu Omar sarebbe poi stato tradotto alla base aerea di Aviano e trasferito in Egitto per essere interrogato e dove, a detta dell’imputato, avrebbe subito diverse torture e sevizie. Il rapimento di Abu Omar avrebbe poi interrotto di fatto le indagini della Procura di Milano, che indagava proprio sulle sospette attività dell’ex imam con il terrorismo internazionale di matrice islamica.
Le vicende del suo rapimento sono state ricostruite nelle vicende giudiziarie che hanno visto, nel settembre 2012, la condanna in via definitiva di ben 23 agenti della Cia. Il 16 dicembre si svolgerà invece l’udienza per Nicolò Pollari e Marco Mancini, condannati rispettivamente a dieci e nove anni di carcere.
Le motivazioni della sentenza su Abu Omar sono attese tra una quarantina di giorni.