AC Intervista | Franco Donaggio ARSENALE CREATIVO
Durante le vacanze di Natale ho avuto la fortuna di incontrare e poter intervistare il fotografo Franco Donaggio. Un artista, fotografo e graphic designer che opera a Milano dal 1979.
Da dieci anni Donaggio si dedica completamente alla ricerca artistica e oggi è uno dei più originali e apprezzati artisti italiani che privilegiano l’utilizzo del mezzo fotografico. Ha realizzato molti progetti, pubblicato ed esposto in mostre di rilievo in Italia e all’estero. Le opere dell’artista sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private tra cui collezione Fendi, Famiglia Reale Saudita, collezione 3M, Bibliothèque Nationale de France e molte altre. Donaggio è stato inoltre commissario di tesi allo Istituto Europeo di Design di Milano; visiting professor all’Istituto Italiano di fotografia di Milano, Università Ca’ Foscari di Venezia, e all’Accademia di Brera. Un’artista a 360° che riesce a trasmettere la sua arte e la sua creatività oltre che con le sue splendide opere anche con le sue parole. Ecco come si racconta ad Arsenale Creativo.
Quando ha iniziato a fotografare e come questa passione si è trasformata in una professione?
Mi sono avvicinato alla fotografia all’età di 14 anni e per me inizialmente la macchina fotografica era una sorta di scatola magica, qualcosa con cui interagire e giocare con la realtà, qualcosa che rubava degli attimi scanditi semplicemente da un bottone; il tutto è iniziato come un gioco. Poi con il tempo ho capito che tramite questo gioco avrei potuto fare cose veramente interessanti, la fotografia stava diventando un racconto di immagini che vedevo dentro e fuori di me. Da questo momento ho capito che cosa era la fotografia e da lì ho cominciato a studiare da autodidatta. Dopo aver finito gli studi, il militare e tutte le cose che si dovevano fare in quegli anni ho deciso di andare a Milano, una città che era una vera e propria attrazione fatta di luci, di sogni. Da lì ho cominciato a studiare ed ho lavorato per molti anni nella pubblicità e nella moda, finchè, dopo alcuni anni la mia carriera ha avuto un’ulteriore svolta.
La Sua carriera è segnata infatti dal passaggio dalla realizzazione di fotografie pubblicitarie ad immagini creative. Cosa l’ha spinta a questa evoluzione?
L’ulteriore passo che ha segnato il passaggio dalla pubblicità ad immagini creative, è stata una nuova visione artistica “chi sono io?” “dove voglio arrivare?”, non volevo più soddisfare le multinazionali per le campagne pubblicitarie ma volevo capire chi ero e volevo immergermi nella mia interiorità e nel mio senso della realtà, che non era più una visione oggettiva ma una visione soggettiva. Da lì sono diventato un artista, io la definisco una vera e propria conversione da fotografo pubblicitario ad artista, è stato un passaggio molto lento in cui ho capito che potevo approfondire, tramite il mio lavoro, la mia visione del mondo e questa era una vera e propria opportunità. Le mie soddisfazioni sono arrivate proprio quando potevo avere carta bianca e non dovevo stare sotto dei limiti imposti. Non era solo un lavoro per me, ma un vero e proprio credo, una continua verifica interiore di chi ero e cosa potevo fare. Ho cominciato a sperimentare, tutto quello che c’è nel mondo: me stesso, le persone, la bellezza,tutto ciò che mi circonda ed è degno di attenzione. Sono uno sperimentatore con la macchina fotografica, se fossi un chimico sicuramente farei la stessa cosa circondato da mille provette.
Tra le Sue opere più importanti c’è Reflection, una collezione di fotografie della Laguna veneziana, che rapporto ha con la città di Venezia e cosa La ispira in particolare?
Devo dire in primis che in questo lavoro c’è amore ed affetto per le mie origini, per il luogo dove sono cresciuto che è Chioggia, una Venezia in miniatura. Reflection immortala la Laguna veneta nella sua serenità comunicata tramite il mare. Nelle fotografie sembra che cielo e mare siano un tutt’uno, nessuna linea li separa. La Laguna infatti non ha bisogno di orizzonti. Mi sono fermato ed ho dato spazio a riflessioni mentali. Spesso sono stato definito (con immenso piacere) onirico: io lavoro nell’onirico cioè scappo dalla realtà e riesco a raccontarla in un modo completamente diverso. Reflection è un lavoro molto onirico, come tutta la mia produzione. Venezia si inserisce in questa dimensione onirica e riesce ad ispirarmi, è una città di fiaba che racconta moltissime cose, sembra come di entrare in un dipinto dell’Ottocento.
Lei stesso si definisce un artista, e non un fotografo, quali sono gli elementi necessari per la Sua arte?
Elementi necessari per la mia arte? Il godere dei piaceri della vita, l’interiorizzare l’esperienza e leggere quello che ho di fronte. Per me l’arte è una religione, arte per me significa una grande ricerca interiore delle cose, è un’espressione sia della sofferenza che della gioia, arte è vita. Perchè esiste l’artista? Perchè egli racconta le cose in modo soggettivo ed in modo particolare, riesce a vedere oltre quello che vedono tutte le altre persone.
C’è tra le Sue immagini una a cui è particolarmente affezionato?
Questa è una domanda un po’ difficile a cui rispondere. Posso sicuramente dirti una cosa, quando vedo un mio lavoro di 20 anni fa, che mi dà ancora delle forti emozioni quello per me è ancora un lavoro straordinario. Le opere devono sopravvivere nel tempo, devono sempre raccontarti qualcosa, magari in chiave diversa, ma se non ti suscitano più delle emozione vuol dire che ormai sono passate e devi fare qualcosa di nuovo che ti dia degli stimoli.
Per concludere, Lei è un professionista da molti anni, c’è un progetto rimasto indietro che vorrebbe portare a termine?
Si c’è un progetto che ho lasciato indietro: Sedimenti. Volevo cercare di far rinascere degli oggetti provenienti dal mare e dare loro un’altra forma. Sedimenti richiama il concetto di sedimentazione intesa non solo come qualcosa che si sovrappone nel tempo, ma anche come qualcosa che non è semplicemente frutto di uno scatto ma qualcosa che c’è dentro la tua anima: un’interpretazione sedimentata che vorrebbe entrare nel profondo. E’ un progetto che ho lasciato in sospeso perchè in quel periodo forse era un lavoro troppo complicato e difficile da interpretare per le persone che non erano ancora pronte. Ma penso riprenderò e cercherò di portare a termine prossimamente. Nel frattempo vi lascio qualche foto del lavoro che avevo iniziato qualche anno fa.
In questi giorni si è appena aperta nella capitale la mostra CAOS “Accumulazione di splendide opere di artisti moderni e contemporanei” dove saranno esposte delle opere di Franco Donaggio tra i top ten dell’arte internazionale.
Per chi fosse nei paraggi la splendida mostra durerà fino al 14 Marzo 2014, presso ARTRIBU’ – CONTEMPORARY ART GALLERY
Via Agostino Depretis, 86 (piazza del viminale) 00184 Roma, ulteriori informazioni su www.artribu.it.
Franco Donaggio : www.donaggioart.it
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