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Acciaieria Arvedi, il fumo sale fino a 300 metri a occhio nudo

Creato il 05 agosto 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Le elezioni si avvicinano giorno per giorno e chissà chi riuscirà a porre per la prima volta la questione ambientale a Cremona, con la consapevolezza da alcune decisioni dipende la qualità dell’ambiente, dell’agricoltura, degli allevamenti, della vita e dell’attività di tutti gli esseri viventi.
Mostriamo alcune foto dell’acciaieria Arvedi, dove si nota un enorme pennacchio di fumo elevarsi per ben 300 metri. L’altezza della torre che si vede in basso nelle foto è di 60 metri. All’incirca il fumo sale del quintuplo. Il vapore acqueo è visibile dall’altra parte dell’acciaieria.
Bisognerà fare i conti con questi dati di fatto, che presentiamo per chiedere a chi ha competenza di guardare, pensare e agire, tenendo conto che accanto all’acciaieria, in particolare, c’è un quartierino di Cavatigozzi che si trova sottovento.
L’inquinamento legale continua e non ci fa esultare. Anche se le soglie scenderanno, le emissioni di sostanze che non si smaltiscono ma si accumulano nel corpo vivente proseguiranno.
Possono bastare i compromessi e gli occhi chiusi di tanti anni di fallimenti? Il caso Tamoil dimostra che la classe dirigente ha fallito. Il caso del centro sportivo San Zeno aggiunge un tocco sinistro.
L’acciaieria non esiste in questo contesto? Altre aziende ad alto rischio di incidente ambientale non esistono?

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