L’8 maggio è volato. Forse persino l’inverno se n’è andato. Fiorisce una primavera inerte? Il verbale dell’ultimo Osservatorio Arvedi rappresenta una stagione labirintica, nubilosa, in cui cittadini hanno bisogno di ascolto e confronto, di risposte, per le quali devono combattere come possono con la crisi istituzionale, economica, sociale e ambientale più grave dal dopoguerra. Resta la volontà di comprensione reciproca? Ci sarà? Darà risultati?
L’assessore Francesco Bordi, sia detto senza malizia, considerata la trappola in cui lo stesso Comune si trova, dà la parola a se stesso, in quanto presidente della commissione Osservatorio Arvedi. Un uomo di parte, necessariamente di parte politica, di centrodestra e anche dipendente Arpa, si pone su un gradino che non c’è, quello del ruolo super partes che Cremona non può esprimere, ma nemmeno l’Italia.
È molto che l’Osservatorio si riunisca. L’assessore e presidente non fa che dare la parola ai rappresentanti dell’Acciaieria, chiedendo “qualche” informazione e delucidazione. Si apre un confronto: nessuno però è arbitro del gioco. Un soggetto fortissimo, l’Acciaieria, ovvero un paese fra due paesi, parla tramite propri esponenti a controparti deboli. Da una parte la politica e il potere dei massmedia e dei capitali (anche Asl e Arpa sono controllate direttamente e strettamente dalla politica di parte) dall’altra chi patisce l’effetto della presenza di un’industria così grande situata fra le case. Rumori e odori sono gli effetti più pesanti all’ordine del giorno. Ne parleranno anche i nuovi rappresentanti di quartiere, riferendo però anche di una polvere nera che entra nelle case.
Tutti bene o male sono di parte ma la parte ecologista non c’è. Il Comitato ambientalisti Lombardia è stato estromesso: alla porta Ezio Corradi, che a Cavatigozzi ha vissuto a lui, però non può parlare, come se fosse pericoloso, indegno, portatore di chissà quali pericoli, conflitti. Escluso il Corradi nulla comunque migliora automaticamente. Non si comprende perché un ecologista preparato non abbia diritto di parola.
È il dottor Binotti a spiegare che i rumori più forti, i noti boati, sono causati da rottami scaricati da un’altezza di 15 metri. Una parete antirumore in più non è stata messa per non creare problemi alla produzione. Ci mancherebbe! Si resta meravigliati anche da quell’altezza, ben 15 metri di volo del rottame, pur vedendo che ci sono molti vicini di casa.
Qualcuno perde il sonno per questa procedura, ma la Produzione appare come un automatismo che può anche restare indifferente alla sofferenza umana, forse persino esigerla.
Il sindaco di Sesto Carlo Vezzini afferma che i boati dell’acciaieria si sentono persino a Sesto!
Se gli abitanti non avessero avvisato le autorità, che cosa sarebbe successo? Qualcosa di peggio?
Non si sa se e quando si verrà ascoltati, tuttavia i componenti non politici dell’Osservatorio intervengono con fiducia per migliorare la qualità di vita loro e quindi dei dipendenti. L’Osservatorio ha comunque un senso grazie alla diffida emessa dall’ufficio Ambiente della Provincia su rilevazioni Arpa.
Sono stati cambiati i filtri dei camini per ridurre le emissioni di diossine. L’inquinamento legale scende, diventa europeo.
A Cavatigozzi, afferma il sig. Romani, si sente un odore come di ferro bruciato, segnalato spesso ma senza risposte.
Che valore possono avere le parole dei cittadini? Lo si potrà constatare presto.
Da dove viene l’odore, chiede la dottoressa Puliti?
La risposta è che non si sa. L’Acciaieria è troppo grande e complicata. L’Arpa ha le schede tecniche eppure non viene individuata la fonte dell’odore.
E allora? Ci si tiene l’odore come un destino, forse come effetto della Produzione?
Anche il senso olfattivo viene espropriato.
Impallomeni vince comunque una visita in Acciaieria, a caccia dell’odore.
I rapporti risultano molto migliorati, espressioni di cordialità non mancano. Si desiderano però risultati.
La centralina fonometrica a Cavatigozzi no: costa troppo. Meglio investire per mitigare i rumori. Si credeva che Arvedi avesse grandi disponibilità economiche. Come si fa a mitigare il rumore se non lo si misura?
Fa piacere leggere l’intervento dell’assessore Bordi: “I camion vanno sempre coperti, per evitare caduta di materiale”. Bordi propone anche un indirizzo email per comunicazioni dirette e in tempo reale fra Acciaieria e cittadini. Altro punto segnato da Bordi.
Ci si affida di fatto alla buona volontà e ci si ridà appuntamento alla fine dell’estate.
Pare che qualcosa possa migliorare. Una sorta di diplomazia artigianale, da ritrovo al caminetto, a tu per tu. Le regole sono poco strutturate e l’autorità super partes non c’è. Può funzionare comunque con la forza della buona volontà?
La consigliera Manfredini ha chiesto entro quando le migliorie: 8 maggio se non prima la rispsta.