Accordo Alitalia-Etihad: annunciati oltre 2mila esuberi

Creato il 10 giugno 2014 da Nicola933

Almeno 2.200 licenziamenti: è questo il prezzo che Alitalia dovrà pagare per concludere l’accordo da 560 milioni con la compagnia di Abu Dhabi, Etihad.  Un dazio pesantissimo, perché si parla di esuberi strutturali, che non permetteranno il ricorso alla cassa integrazione guadagni o a contratti di solidarietà.

Si tratta di un boccone amarissimo per lavoratori e sindacati, ma l’amministratore delegato della compagnia italiana, Gabriele Del Torchio, ha definito l’operazione un sacrificio necessario ‹‹che consentirà la sopravvivenza degli altri 11.000 [lavoratori] che rimangono in Alitalia››. Ne licenziamo 2.000 per eivtare di mandarne a casa 13mila, sembra essere la sostanza.

Ora si tratta di individuare le necessarie tutele sociali per coloro che saranno esclusi e a questo scopo i ministri delle Infrastrutture e Trasporti e del Lavoro, Maurizio Lupi e Giuliano Poletti, hanno convocato per domani un incontro con le parti sociali.

Immediata è giunta la reazione dei sindacati affidata alle parole di Mauro Rossi della Filt-Cgil: ‹‹Si sbaglia di grosso nel merito e nel metodo. Mentre sono ancora in corso le interminabili trattative con le banche, Del Torchio dà per inevitabili oltre duemila licenziamenti. Non mi viene in mente un aggettivo diverso da ‘scorretto’››.

La proposta ipotizzata nell’accordo prevede una ripartizione della società quasi paritaria (51% ad Alitalia e 49% ad Etihad), mentre si creerebbe una bad company  per assorbire i costi derivanti dagli esuberi e dal debito.

Del Torchio si dice persuaso che nel giro di qualche settimana l’accordo sarà ufficialmente concluso. Meno convinte invece le banche che non hanno nascosto qualche perplessità. La Monte dei Paschi di Siena e la Popolare di Sondrio stanno opponendo resistenza. Maggiore apertura invece da parte di Intesa e Unicredit.  La proposta avanzata alle banche prevede il condono di un terzo dei crediti vantati nei confronti di Alitalia e la conversione in azioni degli altri due terzi. Un’ipotesi che probabilmente si realizzerà soprattutto grazie alla credibilità dell’acquirente arabo Etihad.


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