Come cambia l'immagine e il senso di un Paese, secondo i dirigenti
che i cittadini eleggono. La Spagna ha firmato un accordo con la
Russia sulle adozioni internazionali, accettando che le coppie
omosessuali siano escluse dalle richieste d'adozione. E' il primo
Stato che accetta le esigenze del Tribunale Supremo della Russia,
secondo il quale ai Paesi che ammettono il matrimonio omosessuale
bisogna chiedere accordi bilaterali, per escludere le coppie dello
stesso sesso.
Con quest'accordo la Spagna ha sbloccato i casi di
160 bambini russi, già formalmente adottati da famiglie spagnole e
bloccati in Russia dall'assenza dell'accordo bilaterale richiesto dal
Tribunale Supremo.
Secondo il Ministro spagnolo degli Esteri
José Manuel García-Margallo e il viceministro russo dell'educazione
Veniamin Kaganov, l'accordo raggiunto permette di realizzare le
adozioni in modo che siano perfettamente legali e accettabili per
entrambe le legislazioni.
E la comunità omosessuale spagnola si
trova divisa. C'è chi ritiene che era un accordo "tra la spada
e la parete", perché da una parte è evidente la
discriminazione, dall'altra c'è il desiderio di un figlio di
migiliaia di coppie e l'opportunità, offerta a migliaia di bambini
russi che vivono in condizioni precarie, di avere una famiglia. Ma
c'è anche chi considera che con questo accordo "la Spagna è
complice delle politiche discriminatorie russe".
"Con l'accettazione
delle condizioni decise dalla Russia, questo Paese avrà diritto di
'controllare lo stile di vita e istruzione' dei piccoli che vivranno
in Spagna" scrive eldiario.es "si richiede un rapporto
sullo 'stato di salute, sviluppo emozionale, istruzione...'
realizzato da 'un'agenzia o autorità straniera competente nel
territorio di accoglienza'. La Russia chiede rapporti per quando i
bambini avranno 2, 5, 11, 23 e 35 mesi. Una delle preoccupazioni di
questo Stato è che qualche minorenne adottato possa lasciare la
nuova famiglia ed essere riadottato da coppie omosessuali".
Il
contesto in cui è avvenuta la firma di questo accordo è davvero
delicato, con in gioco sentimenti, desideri, opportunità, ma chissà
se la Spagna di José Luis Rodriguez Zapatero lo avrebbe accettato,
nel silenzio che lo circonda oggi, nella Spagna di Mariano Rajoy.