E' in corso in Ghana un "giusto" ed interessante progetto, sposato dal Governo, per ridurre in più città e villaggi, almeno fin lì dove si riesce ad arrivare, i rischi per la donna in età fertile, che quasi sempre finisce con il partorire in condizioni di fortuna e senza un'assistenza sanitaria adeguata.
E ciò il più delle volte significa ovviamente morte della madre o della madre e del figlio insieme.
Il progetto è stato varato dai Centri assistenziali cattolici del Ghana e dall'Università degli Studi dello Sviluppo e partirà inizialmente nel Ghana settentrionale.
Di preciso si svilupperà nella provincia di East Mamprusi.
Il denaro per la realizzazione del progetto è quello donato dall'USAID ossia l'Agenzia Americana per lo sviluppo e si tratta di qualcosa come circa due milioni e mezzo di dollari.Poco più, poco meno.
Poichè gli interventi a carattere sanitario riguarderanno anche e sopratutto i bambini della zona, si stima che dell'impresa ne beneficeranno almeno 51mila persone,tra cui 27mila donne in età fertile e 24mila i minori di cinque anni di età.
Se ,con attenzione, date uno sguardo alle ultime cifre, riguardanti donne e bambini e nella sola e limitatissima provincia di East Mamprusi, capirete cosa vuol dire in Africa crescita demografica.
E tutte le urgenze ad essa correlate.
L'Africa nel suo insieme- scrive Pierre Rabhi,quello che un tempo fu il bambino del sud dell'Algeria - ha una superficie grande dieci volte l'India, con una popolazione che ha raggiunto ormai il miliardo di persone ma con una densità decisamente accettabile rispetto a tutti gli altri continenti.Inoltre la sua è una popolazione giovane e potenzialmente molto attiva, il 60% della quale è sotto i trent'anni.
Fermo restando tutte le difficoltà climatiche, che sono effettivamente oggettive-continua il nostro - se il sistema mondiale fosse meno crudele, ingiusto, arrogante, se il cancro della corruzione, della disonestà e delle appropriazioni indebite quasi legalizzate sparisse, non potrebbe anche l'Africa avere il suo regolare sviluppo ?
E noi aggiungiamo che è proprio perché vogliamo un'Africa libera dalle pastoie della corruzione e/o vittima di ideologismi nocivi, vuoi siano essi di matrice religiosa o vuoi social-politica, ma che nulla hanno a che fare con le sue culture e le sue storie originarie, che ogni mattina, puntuali, vogliamo scrivere e scriviamo d'Africa.
E, naturalmente, pensiamo positivo.
Crediamo in un prossimo-futuro "Rinascimento"africano.
Da un'Africa "giovane" e istruita, che intende governare da se stessa il proprio destino, infatti, tutto può venire.
E ogni modesta iniziativa, a mio avviso, è un segnale di cambiamento nella direzione auspicata, che va saputo cogliere.
Chi ama, guarda e sa vedere. L'indifferente soltanto ha lo sguardo superficiale.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)