Chi vive a Milano e guida o va in bicicletta, si renderà conto dell’intenso traffico nelle ore di punta e delle numerose “sviste alla guida” di tanti automobilisti distratti. Girare Milano oggi non è impresa semplice. Complici i tanti varchi Ztl, le corsie preferenziali di taxi e bus e i numerosi cantieri (in vista di Expo 2015) che deviano il percorso. Vi sono tante limitazioni in differenti aree della città, in diversi orari, per diverse tipologie di autoveicoli. E’ davvero una giungla intricata.
Ma, con nostra sorpresa, non sempre ai grandi centri urbani corrisponde un alto tasso di incidenti mortali. E’ il caso del capoluogo lombardo, ad esempio, che registra appena 0,29 morti ogni 100 sinistri: è la città più sicura. Gli assessori comunali Marco Granelli e Pierfrancesco Maran con dati Aci alla mano, hanno affermato: «Tra le grandi città italiane, Milano è quella che registra il più basso indice di mortalità sulle strade. Un risultato importante che conferma la direzione intrapresa da questa Amministrazione comunale sul fronte della sicurezza stradale».
Il merito andrebbe a tutte quelle infrastrutture come piste ciclabili, Zone 30, i tanto criticati autovelox e ad una serie di iniziative come corsi di educazione stradale ai giovani e la «creazione di ambiti urbani che privilegiano le utenze deboli». Continuano poi gli assessori: «Consideriamo i dati diffusi oggi da Aci un buon punto di partenza, perché si può e si deve fare sempre di più. E per questa amministrazione migliorare la sicurezza stradale in città è un obiettivo prioritario».
Il resoconto Aci, che stila la classifica dei centri urbani con il maggior indice di mortalità, vedrebbe in testa Napoli con 1,69 morti ogni 100 incidenti, mentre le più sicure sarebbero appunto Milano, Genova e Bologna (quest’ultime registrano circa 0,40 morti ogni 100 incidenti). A Torino invece (1,31 morti ogni 100 incidenti) la situazione non è delle più rosee.
Se a Milano città si può stare tranquilli, ciò non vale per la sua Tangenziale A51 (all’altezza di Cologno Monzese e Brugherio) che Aci, con un indice superiore di 20 volte a quello del resto del Paese, segnala come uno dei raccordi più pericolosi. Anche l’innesto di Reggio Calabria e la A24 Roma-L’Aquila registrano un alto numero di incidenti.
di Emanuele Stalla
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