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Per quanto riguarda i miei gusti , devo dire che l'Australia si sta dimostrando sempre più una garanzia nel campo dei thriller e degli horror. Da Wolf creek in poi è stato un fiorire di titoli altamente inquietanti. Acolytes per la maggior parte della sua durata è un thriller con una regia tutt'altro che dozzinale che sfrutta al meglio un ambientazione spoglia ma efficace e dei protagonisti adolescenti che non sono i classici fighetti americani dei classici filmetti americani, vuoi che siano teen horror oppure thriller sulla scia di Ho visto cosa hai fatto e so chi sei, basati su un espediente vecchio come il cucco ma che ha sempre il suo fascino.
Hanno un cono d'ombra che li sovrasta, un'insoddisfazione verso la routine che li attanaglia che probabilmente è derivata dal trascorso di paura e di dolore che hanno avuto Mark e James, legati tra loro eppure così diversi e distanti sia fisicamente che come personalità. Attorno a loro orbita Chasely, la ragazza di James, anche lei un personaggio intenzionalmente sfocato perchè non sa decidere tra i due. Gli ormoni le dicono James con cui limona a tutto spiano e l'altro regge il moccolo in maniera anche imbarazzante, la ragione la spinge verso Mark, innamorato di lei ma che considera il classico amico con cui confidarsi e basta.
La storia di milioni di altri adolescenti insomma alle prese con le asimmetrie del sentimento amoroso.
E poi c'è il killer, a cui dà volto Joel Edgerton, ancora lontano dal successo che sarebbe arrivato da lì a poco.
La figura del killer da lui recitata è di quelle che fanno veramente paura: a prima vista fisicamente mediocre ma efferato e senza scrupoli. Anche perchè tiene famiglia e cerca di difenderla ad ogni costo.
E nella famiglia si nasconde una sorpresa che non posso rivelare altrimenti toglierei metà del piacere della visione del film .
Partendo da uno spunto semplice, anche banale se vogliamo, Jon Hewitt imbastisce una storia di ordinaria disperazione in cui vittime e carnefici si cambiano continuamente di ruolo orchestrando il tutto con una certa dose di aggraziata perversione.
Sicuramente sa il fatto suo e riesce a mantenere la tensione altissima per tutta la durata del film
Un thriller geometrico, rarefatto in cui contano più le suggestioni evocate che quanto accade che in realtà è veramente pochino.
Però quel poco è altamente destabilizzante.
I due teenagers si trovano invischiati in un gioco molto più grande di loro da cui non sanno come uscire perchè sono al centro del mirino di un uomo che non ha esitato a uccidere in passato e non esiterebbe a farlo ancora.
Ma oltre a loro evidentemente da questo gioco al massacro non sanno uscirne neanche regista e sceneggiatori che optano per un finale ad effetto, perchè il colpo di scena c'è ed è di quelli che fanno rimanere abbastanza a bocca aperta, però virare all'horror efferato, allo slasher , dopo 90 minuti di thriller psicologico con una regia di alto livello come quella di Jon Hewitt, è un qualcosa che ha del semplicistico.
Sembra quasi qualcosa da dare velocemente in pasto al pubblico, un po' come il finger food da prendere al classico take away, venuto solo per placare la sete di sangue ed efferatezze.
Si crea l'effetto sorpresa ma alla fine si resta con una sensazione amarognola perchè troppo banale far finire tutto così.
Acolytes è un film da vedere e da sentire, la bellezza delle inquadrature e la loro geometria armoniosa è parte importantissima e imprescindibile nella visione, cosa affatto scontata in un genere cinematografico, come il thriller, in cui solitamente si toccano altre corde emotive.
Se dovessi fare un parallelo tra questo film e qualche altra visione del passato quello che mi viene in mente è Snowtown, altro thriller semisconosciuto, sempre australiano, sanguinoso il giusto , basato su una storia vera che ha quasi dell'incredibile.
Perchè come al solito la realtà supera sempre e di gran lunga , la più fervida delle immaginazioni....
( VOTO : 6,5 / 10 )
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