Se fossi stata “Acqua”
lo avrei incontrato per la prima volta sotto le stelle,
al chiaro di luna,
vicino al mio mare,
vicino alla mia casa.
Avrei ballato con lui il valzer dell’acqua sulla scogliera.
I miei piccoli piedi poggiati sui suoi,
piedi grandi, importanti,
profumati d’alga magica e inebriante;
ali di farfalla sotto la mia veste,
per spiccare il volo alle prime luci dell’alba.
Con un tremore tutto umano, lui solleva il velo di seta
che nasconde il mio viso,
per la prima volta vede il mio volto,
si specchia nei miei occhi blu, che rispecchiano il cielo,
mi solleva con le sue braccia poderose e,
come in un rito sacrale, mi mostra alla luna.
Poi mi adagia su una culla di pietra alla scogliera,
vicina al mio mare, vicina alla mia casa.
Spegne la luce delle stelle e toglie il chiarore alla luna,
ruba una coltre di spuma all’onda e la stende su di noi.
L’aria profuma di mare, di baci e di lacrime di gioia.
Cielo
2.2.2013