Come si faccia a restare indifferenti di fronte a un inganno così vergognoso lo si capisce solo di fronte alla precisa volontà di privatizzare parzialmente il servizio idrico integrato e farlo strapagare ancora di più. Interessi privatissimi ormai sono considerati più legittimi della sovranità popolare che si è espressa mediante regolari referendum, espressi da una larga maggioranza anche trasversale! E mister posto sicuro Massimiliano Salini continua nella sua opera di depistaggio, nella sua lotta da ultimo giapponese contro i referendum. I dati però parlano chiaro. Chi ha perso, a causa delle orecchie da mercante del potere, non è una parte politica, sono le famiglie. Ecco che è successo nel Cremasco ed ecco perché è partita una petizione rivolta ai sindaci e un ordine del giorno nel consiglio comunale di Crema, presentati da Mario Lottaroli e Piergiuseppe Bettenzoli (Rifondazione comunista).
La tariffa media dell’acqua nel Cremasco è passata da 0,64 centesimi al metro cubo del 2008 agli attuali 1,27 euro al metro cubo.
Il Consiglio di Amministrazione dell’autorità di Ambito della Provincia di Cremona, condizionato pesantemente dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale Massimiliano Salini, ha dimostrato in più occasioni di non avere alcun rispetto per il voto espresso dai cittadini in occasione dei referendum dell’12 e 13 giugno 2011.
Infatti, sia il Presidente della Provincia, sia il CDA d’Ambito, hanno a più riprese tentato di privatizzare il servizio idrico; inoltre, l’autorità d’Ambito non ha ancora provveduto ad adeguare le tariffe abolendo la percentuale del 7% di remunerazione del Capitale, come sancito dall’esito referendario e riconosciuto da un pronunciamento della Corte Costituzionale.
Contro il tentativo di affossamento della volontà popolare ed il mantenimento in tariffa della remunerazione del capitale la Federconsumatori ed il Forum Italiano per l’acqua hanno presentato ricorso al T.A.R. della Lombardia.
Per queste ragioni promuoviamo a livello territoriale la seguente petizione e raccolta firme.
Sabato 13 aprile saremo al Mercato di Crema dalle ore 9.30 alle 12.00, Sabato 20 aprile saremo in Piazza Garibaldi dalle ore 15.30 alle 19. Altri banchetti per la raccolta delle firme saranno organizzati nelle piazze dei paesi del territorio cremasco.
PETIZIONE
Al Presidente della Provincia di Cremona
Al Consiglio di Amministrazione Ufficio d’Ambito di Cremona
Ai Sindaci del territorio cremasco
Premesso
che con il referendum popolare del 12-13 giugno 2011 sono state abrogate le norme che consentivano:
1) la privatizzazione del servizio idrico
2) di caricare in tariffa la remunerazione del capitale nella misura fissa del 7%;
Constatato
che il C.d.A. dell’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona, con deliberazione del 5 marzo 2012 “definizione della modulazione della tariffa” cita come riferimenti legislativi per la determinazione tariffaria sia l’art.154 D.L. 152/2006 che il D.M. 1/8/1996, entrambi abrogati , nella parte che riguarda la remunerazione in quota fissa del 7% in tariffa;
Vista
La sentenza della Corte Costituzionale n.26 del 2011 la quale ha dichiarato l’esito referendario immediatamente operativo, il parere del Consiglio di Stato del 25/1/2013 e del T.A.R. della Toscana del 21/3/2013 che confermano l’illegittimità della remunerazione fissa del 7% in tariffa;
i sottoscritti cittadini
Chiedono
1) La rimodulazione della tariffa nel rispetto dell’esito referendario
2) La restituzione della quota tariffaria indebitamente versata dagli utenti
Ordine del giorno che sarà presentato al Consiglio Comunale da Mario Lottaroli e Beppe Bettenzoli
Il Consiglio Comunale di Crema
premesso che:
in data 12 e 13 giugno 2011 l’art.154 d.lgs. n.152 del 2006 è stato parzialmente abrogato con un referendum popolare, con la cancellazione, tra i componenti della tariffa del sistema idrico integrato, della “remunerazione del capitale investito”;
nella nostra città, il 94,35% dei votanti ha votato SI al II Quesito Referendario, chiedendo che fosse rimossa dal computo della tariffa, la quota relativa alla remunerazione del capitale investito;
la Corte Costituzionale con la sentenza n.26 del 2011, ha dichiarato costituzionalmente ammissibile il quesito referendario ha chiarito che la normativa residua è immediatamente applicabile senza necessità di attendere alcun intervento legislativo;
che l’esito abrogativo si è già prodotto in quanto il risultato referendario è stato sancito con il Decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 2011, n.116 pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.167 del 20 luglio 2011;
che la Corte Costituzionale, con la sentenza 199/2012, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’articolo 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, sia nel testo originario che in quello risultante dalle successive modificazioni, poiché questo viola “il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare”;
che il Consiglio di Stato con il parere n. 267 del 25 gennaio 2013, sostiene che il criterio dell’adeguatezza della remunerazione dell’investimento, a partire dal 21 luglio, è stato applicato illegittimamente poiché in contrasto con gli effetti del referendum del 12 e 13 giugno del 2011;
considerato
che l’Ufficio d’Ambito della Provincia di Cremona non ha ancora apportato modifiche alla tariffa che i cittadini pagano per il servizio;
chiede
al Sindaco e alla Giunta di attivarsi affinché nella nostra città l’Ufficio d’Ambito Provinciale di Cremona, SCS Gestioni e Padania Acque restituiscano ai cittadini cremaschi gli importi corrispondenti alla remunerazione del capitale investito compresi in bolletta, ma non dovuti.
45.284818 9.845881