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Acqua in bocca!

Creato il 18 giugno 2014 da Csimmve

Il frastuono del silenzio

Sono passati appena pochi giorni dalla denuncia dello scandalo Mose è già le acque si sono per così dire calmate. Le notizie, anche le più eclatanti, hanno la durata di un talk show, poi passano di moda. E un po’ alla volta si dimenticano. SI dimentica la rete che ha permesso la creazione e la sopravvivenza di un sistema di politici ed imprenditori ad uso esclusivo di una elite che intascava fondi pubblici o li spendeva malamente.

Si è parlato troppo di politici “locali” beneficiari in proprio o per il partito di presunte mazzette e si è parlato troppo poco di chi fino ad ora ha materialmente elargito i fondi: il Governo italiano. La pubblicità del Consorzio Venezia Nuova sbandiera la sua partnership con il Magistrato alle Acque di Venezia e con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Se qualcosa non ha funzionato in questi anni, la colpa non è solo “locale”. Possibile che nessuno abbia voluto, potuto vigilare su come i soldi venissero spesi? Che nessuno abbia potuto, voluto controllare i conti? Un Ministero non può servire solo ad elargire fondi, deve poter chiedere e avere un riscontro su come e da chi vengono spesi. Il fisco è tanto attento con i comuni cittadini che se sbagliano una virgola nella compilazione dei moduli vengono esemplarmente puniti con sanzioni pecuniarie ed invece non è prevista nessuna indagine e nessuna sanzione su fondi miliardari? C’è qualcosa che non funziona e, ripeto, non solo a livello “locale”. Nella grande abbuffata che ha caratterizzato l’Italia degli ultimi decenni tanti hanno trovato ossi da spolpare. La vera rivoluzione che tutti aspettiamo è veder cambiare davvero il sistema. Basta con le assunzioni e le consulenze di amici, parenti e conoscenti. Basta con i conti gonfiati perché tanto paga lo Stato. Basta con la logica del “così fan tutti”. Non si tratta di nuove o vecchie generazioni al potere, ma solo di onestà. Questa è la vera partita che deve vincere l’Italia. E invece riscopriamo l’orgoglio di essere italiani solo davanti a un mega schermo che trasmette le partite della nazionale di calcio. Che tristezza…


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