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Acqua in Cina. Una carenza sempre più seria

Creato il 14 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Il problema dell'acqua in Cina sta diventando sempre più pressante e spinge il governo a pericolosi interventi su scala imponente.

Photo credit: Renato Ganoza / Flickr / CC BY 2.0.

Il problema dell’acqua in Cina. Il Gigante Rosso, a quanto pare, ha trovato un nemico temibile in grado di fermarla economicamente e socialmente. Non parliamo di un qualche Stato in piena ascesa economica e nemmeno di una norma astutamente congeniata tra paesi che rischiano di perdere la leadership a fronte del Gigante rosso, ma di una necessità ben più semplice e immediata: l’acqua. La Cina, come sappiamo, oltre a essere una delle più grandi nazioni del mondo, è anche una delle più popolate e all’attuale ritmo di crescita economica, è diventata da Paese chiuso economicamente a gigante finanziario affamato sempre più di materie prime che le permettono una crescita esponenziale solo in parte frenata dalla crisi economica internazionale. Come sottolinea l’Economist, il fabbisogno d’acqua della Cina è in continuo aumento e parimenti, gran parte dei fiumi e dei laghi nazionali è pesantemente inquinata da uno sfruttamento selvaggio e senza regole. La Cina ha circa un quinto della popolazione mondiale, ma solo il 7% delle risorse idriche; oltre a ciò ci sono sostanziale differenze di carattere territoriale: nella parte settentrionale del paese vive circa metà della popolazione e ci sono due terzi delle terre coltivabili, ma l’80 per cento delle risorse idriche si trova invece a sud. A Pechino, che si trova a nordest, l’acqua disponibile è molto poca: appena 100 metri cubi l’anno a persona, livelli paragonabili all’Arabia Saudita e molto al di sotto della soglia della scarsità, definita internazionalmente a circa 1000 metri cubi l’anno a persona. Nonostante i livelli di consumo di acqua in Cina non siano paragonabili a quelli di un paese europeo, i livelli di crescita sono già insostenibili nel medio periodo. Oltre a questo stanno sparendo i corsi d’acqua in Cina (da 50mila negli anni Cinquanta a 23mila con una portata significativa) e i pochi rimasti sono inquinati a un livello tale che gran parte dell’acqua non è giudicata nemmeno raccomandabile per irrigare i campi. Oltre a tutti questi problemi la leadership della Cina, certamente consapevole della carenza di acqua in Cina già da tempo, ha attuato una serie di misure colossali che, all’atto pratico, si sono rivelate poco efficaci se non addirittura dannose. A partire dalla Diga delle Tre Gole sul fiume Azzurro, un’opera ciclopica che ha richiesto l’evacuazione di decine di migliaia di persone, fino all’opera ancora in allestimento del collegamento tra il Fiume Azzurro e il Fiume Giallo, che nelle intenzioni del Governo dovrebbe risolvere il problema d’acqua trasferendola dal sud del Paese al ricco nord industriale. Tremila chilometri di canali con conseguenze idrogeologiche e ambientali probabilmente inimmaginabili. Si spera solo che un’eventuale catastrofe non sia di portata così imponente.


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