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Acqua pubblica e di qualità per ridurre i rifiuti

Creato il 25 maggio 2010 da Tigella

In queste settimane in tutta Italia si raccolgono le firme per il referendum abrogativo del decreto legge che, di fatto, privatizza l’acqua e la sua gestione.

Cosa c’entra questo con i rifiuti? C’entra, eccome, come si può vedere in questo bel video realizzato dalla squadra di Story of Stuff. Si parla di Stati Uniti, ma la situazione italiana non è molto diversa.

Plastic bottles and garbage on the bank of a river
Gli italiani sono i terzi consumatori al mondo di acqua in bottiglia. Con 204,8 litri pro-capite bevuti nel 2007, risultano i primi consumatori tra i paesi industrializzati. (fonte: Etica ed Economia).

L’80% dell’acqua viene venduta in bottiglie di plastica che si trasformano in rifiuti poco tempo dopo essere state acquistate.
Occorrono 365.000 tonnellate di Pet per fabbricare le bottiglie di plastica dell’acqua consumata in un anno dagli italiani. Solo il 35% viene riciclato: cosa che comunque comporta un costo ambientale dato che le ex bottiglie vanno trasportate, lavate, sminuzzate, rifuse. Per il 65%, la plastica delle bottiglie d’acqua finisce in discarica o, peggio, viene bruciata negli inceneritori. (fonte Blogeko)

Cosa possiamo fare? Bere acqua del rubinetto, che nella maggior parte dei casi è qualitativamente migliore di quella in bottiglia. Usare borracce o bottiglie riutilizzabili quando si esce di casa. Ordinare acqua del rubinetto quando si va al ristorante. Questa è una cosa che ho l’abitudine di fare ovunque io mi trovi e di solito lo sguardo dei camerieri è perplesso. Mi sento in dovere ogni volta di precisare che la mia richiesta non ha a che fare con il risparmio economico (non solo) ma con la riduzione di rifiuti e trasporto di merci. E nonostante questo spesso mi portano acqua in bottiglia comunque…

Se volete andare sul sicuro, Altreconomia segnala i ristoranti di tutta Italia che servono acqua del rubinetto. E’ possibile anche segnalare chi la offre e chi no. Un modo per pubblicizzare gli esercizi virtuosi e “punire” quelli meno.

Foto di Horia Varlan


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