che in fondo al cuore langue,
potesse ancor parlar come una volta
tante parole ancor replicherebbe
tante felicità mi porterebbe.
Mi osserverebbe muto da lontano
seduto sulle rocce in riva al mare
mi prenderebbe, il vento, per la mano
al sol mi stenderebbe a ricordare.
E sul tratturo antico,
la chiesetta dal sol bagnata sogna
vestigia antiche ed orme di romani
che dei Messapi tolsero le impronte
all’acropoli che mai piegò la fronte.
Ancor d’amor mi parla e mi confonde
mi fa veder dall’alto i sogni antichi
e mi riporta un mormorio di fronde,
fa gustare il sapore dei suoi fichi.
Ancora ripercorro quella pista
sulla quale un dì lasciai un pensiero
che su un portale brilla sotto il sole
come un inno al Creator lanciato,
che qualcuno ha poi fotografato.
Forse l’ha fatto senza aver stimato
che più nessuno muore di passione,
forse pensando a chi s’è rimpinzato
di un amor poi finito in delusione.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 13.9.2010 – 20.16)
Nota:
Il riferimento è alla località del Vereto (antico municipio romano) nel comune di Patù dove sorge la Chiesa della Madonna del Vereto di proprietà del comune, che sorge sull’area della spianata occupata nel v° secolo A.C. e secoli successivi