Editor's Rating
- Etichetta: Autoprodotto
- Anno: 2014
Per fortuna spesso si ha la possibilità, potendo provare a scrivere di musica, di incappare in band ed artisti che vanno aldilà delle semplici catalogazioni, essendo in possesso di un talento capace di trasformare ogni nota in poesia che consente loro di comporre musica universale, quella che ogni amante della sublime arte dovrebbe riuscire ad apprezzare senza porsi barriere di sorta, lasciandosi solo trasportare dalla magia che queste fantastiche composizioni portano con se.
L’odiato/amato progressive è di tutti i generi quello che forse più annovera questi compositori e musicisti dei nostri giorni, proprio perché come sua concezione è quello meno definibile come genere tra tutta la musica rock, essendo poco legato a schemi predefiniti e maggiormente soggetto alla manipolazione di ogni singolo artista.
Tutto ciò ha lo scopo di introdurre gli Active Heed, creatura di Umberto Pagnini, scrittore e compositore milanese che, come nel bellissimo primo album dello scorso anno (“Visions From Reality”) lascia ad altri, fidati e bravissimi musicisti, il compito di eseguire la sua splendida musica.
Dal lavoro precedente varia non poco la line up della band, con il cantante novegese Pellek unico superstite di quello straordinario esordio e l’avvicendamento di tutti gli altri musicisti; così Umberto si affida alle prestazioni di Mirko Ravenoldi alla chitarra, Gian Maria Roveda alla batteria e Cristiano Roversi che si divide tra tastiere e basso ed al quale è stata affidata anche la produzione e la masterizzazione dell’album.
Higher Dimensions è ancora una volta una sublime opera musicale, leggermente superiore al suo predecessore in virtù di un’impronta più elettrica, in quanto il folk rock di cui era pregno “Visions of Reality” è meno presente, mentre viene dato più spazio al progressive moderno, sia di scuola britannica (Arena, Pendragon ed i primi Threshold) sia scandinava, senza tralasciare ovviamente la lezione settantiana di Genesis e Yes.
Tutti questi nomi e paragoni sono solo utili a far capire uno stile che viene però surclassato dalla classe e dall’eleganza di queste dodici composizioni, nelle quali il dinamismo non toglie un oncia alla poetica che la band riversa in ogni passaggio, lasciando che la musica entri dentro di noi e ci porti via, volando tenuti per mano agli Active Heed, sorta di moderni Peter Pan, verso un’isola che appare solo dopo aver schiacciato il tasto play del vostro lettore.
Nominare una song piuttosto di un’altra in un album del genere sarebbe superfluo, ma vi invito ad ascoltare Far Escape, stupendo affresco di prog britannico, Gaps in Time, dalle melodie acustiche in stile Yes, bissata da Multiple Replies, dove Pellek emoziona con la sua timbrica calda e avvolgente, la dolce A Pet Called Prime, la metal/prog No Speed Limit e la conclusiva Not Left and Not Taken, nella quale Cristiano Roversi con le sue tastiere raggiunge vette emozionali degne del mito Rick Wakeman.
Consigliato non solo ai fan del progressive, ma anche a tutti gli amanti della buona musica, trattandosi in buona sostanza di un’opera irrinunciabile.
Tracklist:
1.The War of Tempos
2.Far Escape
3.A Little Bit Expired
4.Gaps in Time
5.Multiple Replies
6.The Numbers of God
7.Crop Squares
8.A Pet Called Prime
9.No Speed Limit
10.Kick-Ass Grammar
11.Ternary Level One
12.Not Left and Not Taken
Line-up:
Umberto Pagnini – Music and Lyrics
Cristiano Roversi – Keys, Bass, Arrangement and Production
Gian Maria Roveda – Drums
Mirco Ravenoldi – Guitars
PelleK – Vocals