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AD ALTO RISCHIO – Suzanne Brockmann

Creato il 09 marzo 2012 da Junerossblog
AD ALTO RISCHIO  – Suzanne Brockmann
Titolo originale Hot Target
Fanucci Editore 2008
Collana GLI ACERI
Genere ROSA CRIME
Direttamente dalla scrivania di Miriam Tocci
Suzanne Brockmann, è una scrittrice statunitense costantemente ai vertici delle classifiche del New York Times che ha ricevuto numerosi premi per i suoi romanzi: due volte il Romantic Writers of America, sette volte il Romantic Times Rewiewers’s Choice, sedici volte il Wish Award. In Italia è conosciuta per soli tre titoli della serie Troubleshooters pubblicati da Fanucci e Leggereditore fra il 2008 e il 2011: A alto Rischio, Passione Contro il Tempo e Nel Cuore della Tormenta.
Un vero peccato, se si pensa che una volta scoperta questa mirabile autrice, non si riesce di sicuro a dimenticare la sua scrittura, le sue storie, i suoi personaggi.
Cosa c’è di speciale in questo romanzo intitolato “AD ALTO RISCHIO”? C’è azione, pericolo, suspance e una buona dose di sentimenti – ma non sentimentalismi- calibrati al punto ottimale, tanto da fornire il giusto spunto alla riflessione oltre che il piacere di una lettura senza dubbio appassionante dalla prima all’ultima sillaba.
La storia procede con gradualità ma senza annoiare, è più una cadenza, una preparazione minuziosa al carico emotivo che arriverà al momento giusto: né prima, né dopo.

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Mercedes Jane Chadwick è una produttrice cinematografica hollywoodiana bella e giovane, che intende dare una svolta alla propria carriera con una pellicola dal tema scottante, intitolata “ American Hero” in cui viene rappresentata la storia omosessuale fra sue soldati americani della Seconda Guerra Mondiale.
Per lanciare il film, Mercedes provvede a pubblicizzarlo con ogni mezzo possibile, al fine di creare un’attesa nel pubblico che le garantirà il successo. Oltre all’attenzione mediatica dei tabloid hollywoodiani, la tematica percepita come “imbarazzante” attira l’attenzione di gruppi estremisti che vogliono far desistere la donna dal suo progetto. Da subito cominciano a piovere e-mail di minaccia ai danni della produttrice che sembra non voler dare peso alla cosa, ma i messaggi diventano troppo simili a quelli di scritti in passato da un killer seriale che è sempre riuscito a sfuggire alle autorità, persino all’FBI, un essere subdolo e calcolatore al quale piace giocare d’anticipo e lasciare indizi studiati per rivendicare la propria superiorità su chi gli da la caccia.
Entra così in campo la compagnia di sicurezza Troubleshooters Incorporated di Tom Paoletti, il cui personale comprende ex SEAL, FBI, CIA, Delta Forces, tutte figure appartenenti alle Operazioni Speciali, ingaggiate da Hollywood al fine di fornire protezione alla produttrice come guardie del corpo. Ed è qui che entra in campo Cosmo Richter, un agente speciale SEAL affidato al caso, valoroso angelo custode che si scoprirà irresistibilmente attratto da lei.
La Chadwick, donna determinata e indipendente, non vuole sentirsi prigioniera in casa sua né sul lavoro e non accetta la presenza degli agenti: nessuno deve vederla nei panni di Jane Chadvick, la vera se stessa che a fine giornata prende il posto della conturbante Mercedes, la cosiddetta “Produttrice festaiola”. Jane, o Janey, è semplice e vera, senza tacchi impossibili e gonne “a francobollo”.
Nonostante la sua insofferenza, non può fare a meno di sentirsi incuriosita da Cosmo Richter, forse per il nome strano, forse per quanto si dice di lui: un robot, una macchina per uccidere che non lascia trasparire sentimenti da quei suoi stranissimi occhi blu e ghiaccio. Esiste addirittura una specie di leggenda sul suo conto, orribile.
La convivenza forzata porta le maschere a cadere e le vulnerabilità a venire allo scoperto: nonostante le ambizioni professionali o le questioni di onore verso i compagni di squadra, emergono i sentimenti, le esperienze di vita più piacevoli e soprattutto quelle più dure da affrontare, quelle mai digerite davvero.
Fra Cosmo e Jane nasce pian piano una storia d’amore molto intensa in cui entrambi riescono a mostrarsi per quelli che sono nel profondo e si amano con una passione raccontata dalla Brockmann in maniera molto…raffinata, come direbbe Cosmo per usare un sinonimo di brillante nella forma e nella sostanza.
Ma non sono solo loro i protagonisti di questa storia articolata. C’è anche il biondo Robin, fratello minore di Mercedes, attore di talento e di bell’aspetto, che fa perdere la testa a Patty la stagista, una ragazza con tanta strada ancora da fare che sogna le luci della ribalta da “Notte degli Oscar” senza vedere nel giovane Chadwick un ubriacone, un tombeur de femmes che trova nell’alcool la scusa per scaricare le sue innumerevoli conquiste la mattina dopo, magari dopo la peggiore delle performance. Un uomo insoddisfatto che cerca la felicità nelle donne senza voler ammettere che sono proprio loro a renderlo incompleto e infelice, finchè non conosce l’agente federale Jules Cassidy un gay dichiarato dall’età di diciassette anni, attivista a sostegno dei gay a scuola, addirittura. Ha avuto una storia tormentata con il bel Adam Wyndham di professione aspirante attore con pochi scrupoli, che lo ha preso e usato a suo piacimento anche a relazione finita per farsi assumere come uno dei protagonisti di American Hero, al fianco di Robin. Una storia conclusa, quella con Adam, che resta una tentazione per Jules, uomo forte e preciso sul lavoro, ma tenero come il burro sulle questioni di cuore soprattutto dopo aver vissuto quella relazione come una sorta di assurda dipendenza da cui disintossicarsi. Facile ricadere. Questo agente federale è stato una sorpresa, sempre acuto e intelligente, anche molto divertente. Davvero esilarante la scena in cui trova occupata la propria stanza d’albergo a Los Angeles dal capo: Max Bhagat.
Molto complessa la descrizione del suo sentire nei confronti di Adam e del personaggio di Adam stesso, che per gran parte della narrazione viene etichettato come un essere viscido e senza scrupoli, ma che alla fine lascia il lettore con il dubbio che anche in lui ci sia sempre stato qualcosa di buono.
Robin si pone fra i due fuochi come etero che finge di essere gay per questioni di copione o gay che finge di essere etero per salvare le apparenze. Adam rappresenterà anche per lui la tentazione, e Jules la coscienza.
Fra i personaggi chiave c’è poi Jack, il soldato americano ormai settantenne, protagonista della storia vera dietro al film, un uomo saggio per via dei capelli bianchi forse, o più probabilmente per via dell’ampiezza di vedute, per la sua capacità di guardare oltre: sempre giovane nella mente, speciale.
Efficace la rappresentazione dello spirito di corpo fra membri della squadra Seal, uomini e donne votati al sacrificio che sanno innamorarsi ed essere divertenti così come sanno trasformarsi in armi letali o, purtroppo, bersagli fin troppo facili per la morte.
La Brockmann è capace di far entrare il lettore nelle vite vere -verissime- di altre persone, facendo provare emozioni sconosciute o solo immaginate.
Una lettura sicuramente consigliata e una scrittrice da mettere nella lista delle preferite.
Provare per credere.
Miriam Tocci
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