Marianna e Bartolo Longo
di Suor Beatrice Immediata
Paoline pagine 202 € 15,50
Nella splendida cornice della piccola Chiesa di Santa Teresa a Piano di Sorrento ospiti dei Padri Carmelitani il professor Ciro Ferrigno e il suo Gruppo Culturale hanno dato vita ieri sera sette ottobre 2012 ad un’interessante presentazione del testo “Marianna e Bartolo Longo” che suor Beatrice Immediata ha dedicato ai due fondadori della Chiesa della Madonna del Rosario di Pompei. Le letture dei brani più significativi dell’opera hanno trovato magnifico commento musicale nei brani interpretati dalla Corale Elpis diretta dal Maestro Giuseppe Masi.
Fra i tan
ti aneddoti e racconti mi piace raccontarvi con parole mie un episodio citato a margine della presentazione dal professor Ciro Ferrigno che riguarda una delle numerose visite del Beato Bartolo Longo alla nostra Comunità perchè coglie il carattere del beato, la sua forza interiore figlia di continui confronti con se stesso e gli altri, al suo fianco figure femminili da non sottovalutare su tutte Caterina Volpicelli e la Contessa Marianna de Fusco .
“Ad un tratto il soprannaturale ci sorprende e ci sorpassa.
Credevano di essere i fondatori , divenimmo i primi spettatori attoniti dell’opera di Pompei“.
Bartolo Longo,1924
La Borbonica era una strada lunga e tortuosa che aveva messo a dura prova il suo esile fisico e il cavallo stesso che trascinava il piccolo calesse, quando giunse a Piano di Sorrento, diede un sospiro di sollievo,don Bartolo Longo e incitò nuovamente l’animale, adesso non rimaneva che la salita di San Liborio , già s’immaginava l’ovale perfetto di Caterina Volpicelli che s’illuminava di gioia alla sua vista sulla porta di Villa Enrichetta come la prima volta a Napoli nella casa di Port’Alba, ma questo ricordo felice gli strinse ancora di più il cuore,perché come al solito a quella santa donna portava sempre e solo preoccupazioni. Dopo un po, preso da un bisogno irrefrenabile di solitudine e quiete,tirò le redini del cavallo e giunto a metà dell’antica strada Minerva, imboccò il cardine nord quello che conduceva alla marina di Cassano e passava davanti all’antica chiesa di San Michele Arcangelo. Arrestatosi davanti al sagrato deserto,scese dal calesse, si disfece del cappello e della polvere che gli s’era attaccata alle vesti e salì deciso le scale e sparendo alla vista di uno sparuto gruppo di piccioni, inghiottito dalle vecchie porte cigolanti che s’aprivano sulla navata destra. Si rasserenò per la frescura che l’accolse,respirò l’incenso e il profumo dei fiori sotto le statue dei santi, si diresse spedito verso il quadro della Madonna del Buonconsiglio, s’inginocchiò e rimase in preghiera: ora si sentiva nuovamente a casa come se non avesse mai lasciato Pompei.
“Sono il tuo umile accattone…accattone per un soldo, mia Signora, ancora le mie misere preoccupazioni per quella Chiesa, servono sempre soldi, servono decisioni coraggiose…penso di non essere l’uomo giusto, penso di aver sbagliato tutto. Ho preso in giro la povera Contessa, mi sono imbarcato in un progetto molto più grande di me…che stupido accattone…” guardò in alto ancora un’ovale di donna, quello perfetto di Maria,la Vergine guardava serena il bambino che aveva fra le braccia,don Bartolo guardò i lineamenti di Gesù, gli vennero in mente quelli duri e segnati dalla fame e dalla miseria dei suoi orfanelli, quei lazzari figli di carcerati condannati ad una vita di stenti e di brigantaggio, gli vennero in mente dieci,venti,trenta…cento volti di bambini sporchi e cattivi , i volti piccini divennero grani di un infinito Rosario e capì…il Rosario! No! Non doveva arrendersi la chiesa a Pompei andava costruita, si fece il segno della croce e uscì, fuori il sole alto nel cielo gli illuminò la strada che andava persorsa senza più tentennamenti.di Luigi De Rosa
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