Magazine Cultura
a cura di Chiara Del Tufo Tra le tante iniziative realizzate durante la Fiera del libro per ragazzi di Bologna, particolarmente interessante è stata la tavola rotonda organizzata, dall’Associazione Forum del libro, mercoledì 30 marzo: “Teacher writers, readers and educators”, con gli interventi di Vinicio Ongini, Ives Grevet, Luisa Mattia, Cristina Petit, l’introduzione di Giovanni Solimine e il coordinamento di Silvana Sola. Molti insegnanti sono anche scrittori; come conciliano le due attività? Quali sono i legami fra la scrittura per un pubblico di lettori e l’insegnamento? Questi due percorsi professionali possono intersecarsi, congiungersi, supportarsi o sono mondi totalmente separati e disgiunti? I maestri scrittori più noti agli Italiani sono, probabilmente, Alberto Manzi e Mario Lodi, ma interessanti esempi di questa doppia figura professionale sono sicuramente anche i relatori invitati all’incontro. Apre i lavori Vinicio Ongini; tracciando sinteticamente un ritratto di Alberto Manzi egli evidenzia quattro aspetti della sua personalità, distinti ma indissolubilmente legati: 1. Alberto Manzi maestro elementare, grande sostenitore dell’utilizzo del metodo scientifico nell’insegnamento. 2. Alberto Manzi maestro televisivo, colui che insegnò a leggere e scrivere agli Italiani, nel corso degli anni sessanta, entrando tutte le sere nelle case delle famiglie con il programma Non è mai troppo tardi. 3. Alberto Manzi “alfabetizzatore” di campesinos sudamericani. 4. Alberto Manzi scrittore di romanzi e libri di divulgazione, per bambini e adulti, il cui romanzo più famoso, Orzowei, risulta essere il secondo libro italiano per ragazzi più tradotto nel mondo, dopo Pinocchio. La precisa pennellata di Ongini su questo poliedrico maestro da il la alla discussione. Ives Grevet, conosciuto in Italia per essere l’autore di Méto, in catalogo per l’editore Sonda, è in realtà uno scrittore francese con un consistente numero di titoli pubblicati nella sua madrepatria, ma è anche un maestro, che insegna nelle classi francesi equivalenti alle nostre quarte e quinte elementari. Si definisce un grande amante della letteratura per l’infanzia e, in aula, invita quotidianamente gli allievi alla lettura dei testi di maggior interesse, classici e contemporanei, con un’unica eccezione: i suoi libri. Grevet non ha mai presentato ai suoi alunni un libro di cui è autore, né ha mai detto loro di essere scrittore. Egli infatti separa nettamente la sua esperienza di insegnante da quella di scrittore, considerando la prima una vocazione, nonché il mestiere con cui si guadagna da vivere, e la seconda una passione, sbocciata fin dall’infanzia e assecondata con dedizione, senza farla interferire con la propria professione. Questa netta separazione delle due attività gli ha creato non pochi fraintendimenti: con i suoi allievi, che si stupiscono della fama del proprio maestro, quasi ritenendo impossibile che l’insegnate e lo scrittore siano la stessa persona, e con gli ex allievi, che lo accusano, più o meno bonariamente, di essersi ispirato a loro per la creazione di alcuni personaggi dei suoi libri. Esperienza molto diversa è invece quella di Luisa Mattia, anche lei insegnante e scrittrice, nonché autrice televisiva, che ha smesso il suo ruolo di maestra per diventare ufficialmente “la maestra che insegna sciocchezze”, come l’aveva definita qualche anno fa una sua alunna. Quali sono le sciocchezze che Luisa Mattia insegnava e insegna con tanta passione da non sembrare affatto una maestra, come sosteneva alcuni anni or sono un giovane allievo entusiasta? Leggere libri, scrivere racconti e comporre testi per canzoni. Appassionata sostenitrice della narrazione come modalità di apprendimento Luisa Mattia, da alcuni anni a questa parte, visita le scuole insegnando ai bambini le modalità della narrazione, che ha scoperto essere il modo in cui i bambini conoscono e raccontano il mondo. Questa esperienza pluriennale, sintetizzata anche in un libro (A scuola di narrazione, Sonda, 2011) è stata per l’autrice un’importante fonte di apprendimento, più che di insegnamento, che le ha permesso di maturare nel suo ruolo di scrittrice, sentendosi libera di esprimersi senza vincoli e imposizioni e imparando ad apprezzare la bellezza dell’entrare dentro il fluire delle storie, modalità del narrare tipica dei bambini. Altra esperienza ancora è quella di Cristina Petit, balzata agli onori della rete poco più di due anni fa con il blog Maestrapiccola, diventato anche il titolo di un suo libro pubblicato da Il Castoro. Piccola Cristina lo è davvero, minuta, timida, quasi sparisce dietro le teste del numeroso pubblico che ha assistito all’incontro, ma il suo amore per l’insegnamento e per gli alunni a cui insegna è grande e esplode nella sala nel momento stesso in cui inizia a parlare. La scrittura le serve come strumento di riflessione e di confronto sul proprio mestiere e su come ogni giorno lo viva in modo, più o meno volutamente, diverso. Scrivendo i propri pensieri e condividendoli in rete con quanti sono interessati, Cristina capisce gli sbagli, propri e altrui, trova soluzioni, riflette con ammirazione sui piccoli grandi gesti dei “suoi” bambini e si dispiace per i torti che alle volte devono subire dalla vita. La sua è una scrittura terapeutica, che le permette quotidianamente di tornare al suo lavoro con l’entusiasmo e l’energia necessari per stare in mezzo agli uomini e alle donne del futuro. La tavola rotonda si chiude con la visione di un’intervista di Carla Ida Salviati a Mario Lodi, per Giunti Scuola. Il grande maestro scrittore sia di stimolo a maestri, educatori, scrittori e lettori per promuovere i libri e la lettura, al di fuori di fiere e festival, uscendo dalle regole dell’effimero.
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