Un film sulla sindrome di Asperger e sull’amore, sull’auto-consapevolezza di non saper esternare sentimenti.
Titolo: Adam
Cast: Hugh Dancy, Rose Byrne
Regia: Max Mayer
Protagonisti: Malati
Materia: Amore, Disturbi Mentali
Energia: Lotta Interiore
Spazio: New York
Tempo: 2000
Adam è un ingegnere elettronico malato di sindrome di Asperger, una specie di leggero autismo che tra le sue carratteristiche ha l’inibizione alla manifestazione esteriore di emotività, in pratica l’impossibilità a manifestare i propri e a capire i sentimenti altrui.
In poco tempo perde il padre e il lavoro rimanendo solo ad affrontare i problemi quotidiani che per lui diventano enormi.
L’arrivo di una vicina porterà una persona di riferimento e l’amore, ma la sua impossibilità a manifestarlo potrebbe essere un muro insormontabile.
Storia semplice ma difficile da raccontare per la delicatezza dell’argomento.
Non è facile far capire allo spettatore una malattia cosi atipica e rara, il regista ci riesce solo in parte rimanendo molto sul semplice.
Semplice come la vita di queste persone che, sempre sull’orlo di un precipizio, rischiano di cadere quando gli viene a mancare una persona guida, cosi è per Adam quando gli viene a mancare il padre.
Riesce comunque a far capire allo spettatore le problematiche del povero Adam e di chi gli stà attorno.
Voto Finale: Insufficiente
Frase del film: Non ci sarà mai un momento nel quale ci guarderemo negli occhi e sapremo esattamente che cosa prova l’altro