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Adaptation

Da Matteobortolotti @bortolotti

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LA MORTE CORRE SUL FIUME

Una volta uno dei miei poeti d’amore preferiti – sono un sempre uno scrittore, tendo al romanticismo e sono esposto all’alcol e alle donne – scrisse un verso bellissimo che vi propongo in apertura: “I bambini s’incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati, costruiscono castelli di sabbia e giocano con conchiglie vuote, con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie del mare, i bambini giocano sulla spiaggia dei mondi, non sanno nuotare né sanno gettare le reti”. Dove c’è un bambino c’è il principio della vita, non c’è corruzione, c’è sogno e c’è una poesia infinita. Tutto è come nel Piccolo Principe di Saint-Exupéry, certi bambini sembrano scesi giù dal cielo, da una stella lontana, e tutto quello che vogliono è che noi gli disegniamo una pecora. Ma non ci sono solo pecore, ci sono anche lupi, e la mitologia favolistica ci propone un modello fondamentale che non possiamo ignorare, quello del lupo cattivo. “Quando il bambino era bambino, non sapeva di essere un bambino, per lui tutto aveva un’anima e tutte le anime erano un tutt’uno”. Poi succede qualcosa, e il bambino si scontra con l’uomo, con il tempo, con la percezione del mondo. Lì nasce la paura e arriva dal fiume il lupo cattivo. Arriva su un’auto ed è appena uscito da una prigione. Arriva per prendersi tua madre e i soldi che ti ha lasciato papà. E canta, e niente lo può fermare, perché i grandi si fanno ingannare dalle sue parole, ma tu che sei un bambino ti sei accorto delle sue bugie. Sto parlando dell’unico film diretto dall’attore Charles Laughton, “La morte corre sul fiume”, con il grande Robert Mitchum che interpreta un serial killer disegnato con i pastelli. Il film è tratto dal romanzo di Davis Grubb, The night of the hunter ed è stato sceneggiato dallo stesso autore e da James Agee, girato a tempo di record e con una chiave naif che lo rende un perfetto soggetto per Tim Burton, per uno dei suoi film in stop motion, coi pupazzi e la luna di cartapesta. La paura che nasce nel bambino e lo porta alla perdita dell’innocenza è un classico dal quale nascono poi gran parte delle chiavi narrative del genere horror, e dalla stessa paura, nella vita reale, nascono gli uomini.

Buone Storie da brividi.


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