Ai giovani lettori il suo nome dirà pochissimo, ma Carlo Rambaldi, morto oggi all'età di 87 anni nella sua adorata Calabria, era molto più di un semplice artigiano del cinema... e se per 'cinema' intendiamo 'quella cosa capace di farci emozionare e commuovere, meravigliare e anche farci tornare un po' bambini', beh, allora Rambaldi ha ben diritto ad occupare un posto di primissimo piano fra i 'grandi' della Settima Arte.
Lui non era un regista e non scriveva sceneggiature, e nemmeno sapeva recitare: era nato disegnatore e il suo talento lo portò ben presto a Hollywood, dove per tutta la vita si occupò di effetti speciali. Ma, attenzione, non quelle diavolerie computerizzate e impersonali con le quali oggi si riesce a costruire tutto (e che emozionano quanto una camomilla calda). Rambaldi faceva tutto con le proprie mani, utilizzando carta, legno, colla e plastilina. Era una specie di Frankenstein buono, capace di far sognare intere generazioni di adolescenti (e non solo...) semplicemente con le 'creature' che plasmava con le proprie mani da artista.
'Alien', 1979
E' stato il papà di E.T. , tanto per dirne una... ma ben prima del mostriciattolo caduto sulla terra, lo stesso Spielberg lo aveva incaricato di dare una forma agli alieni di Incontri Ravvicinati del terzo tipo: e da quel momento, incredibilmente, ogni fantomatico avvistamento di 'marziani' sulla terra descriveva gli 'omini' esattamente come li aveva fatti lui... E ancora, a proposito di alieni, come dimenticare appunto Alien e l'inconfondibile shilouette del 'mostro' che fa dannare la povera Ripley: anche lui formidabile intuizione del nostro uomo. Ma già qualche anno prima Rambaldi ci aveva fatto spaventare a morte con lo scimmione più famoso della storia del cinema: suo infatti il progetto di King Kong, per il quale costruì un pupazzo alto 12 metri mosso da un telecomando...
'King Kong', 1976
Ultimamente, nonostante l'età avanzata e la dorata pensione di cui godeva, non si era certo distaccato dal mondo dello spettacolo: proprio quest'inverno abbiamo avuto occasione di ammirare la versione teatrale de La Divina Commedia, dove aveva curato le scenografie e i costumi dei vari personaggi della saga dantesca. Era una persona dotata di grande fantasia e genialità, che tuttavia preferiva umilmente restare nell'ombra e ammirare in disparte le sue 'creature' messe al servizio di altri.
Una gran bella persona, oltre che un genio assoluto.
Ci mancherai, Carlo.