Addio a Giulio Questi, regista amatissimo da Tarantino

Creato il 03 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

È morto Giulio Questi. Oggi, mercoledì 3 dicembre, è mancato uno dei registi più originali del cinema italiano degli anni ‘60 e ‘70, ma anche sceneggiatore, attore e scrittore.

90 anni compiuti lo scorso 18 marzo, lo si è visto per l’ultima volta qualche giorno fa al Torino Film Festival mentre presentava i suoi unici tre film per il grande schermo: Se sei vivo spara (1967), La morte ha fatto l’uovo (1968), Arcana (1972). Dopo il 1972, infatti, Questi si ritirò dal cinema e passò a lavorare per la televisione, ma i lungometraggi che aveva realizzato nell’arco di 5 anni lasciarono il segno.

Se sei vivo spara è sicuramente il suo film più famoso: uno spaghetti-western atipico e violento, commissionato dal produttore Alessandro Iacovoni a Giulio Questi nel periodo d’oro del genere. Al TFF 32 Questi ha raccontato a un pubblico estremamente divertito le peripezie che hanno caratterizzato tanto la realizzazione quanto la distribuzione di questo film. «Innanzitutto, non avevamo [lui e Arcalli] la minima idea da dove cominciare per fare un western. Allora decidemmo di partire con la scena più tipica del genere: l’assalto ad una diligenza carica d’oro. Poi la trama ebbe uno sviluppo un po’ particolare: quindi non aspettatevi i soliti, lunghissimi primi piani o altre cazzate alla Sergio Leone!». Avendo alle spalle un produttore sull’orlo del fallimento, Questi e l’inseparabile amico e sceneggiatore Franco Arcalli partirono alla volta della Spagna per iniziare le riprese. Questi avrebbe voluto girare nella location per eccellenza del genere western, Almería (in Andalusia), set di molti dei film di Sergio Leone. «Ma ovviamente non potevamo permettercelo, avevamo un produttore che rischiava il fallimento da un momento all’altro! Però ci è andata bene, perché alla fine ho trovato un posto perfetto per girare il film, anche meglio di Almería: poco fuori da Madrid stavano denudando delle colline per costruirci non so più cosa, forse un centro commerciale. Sta di fatto che noi siamo arrivati proprio al momento giusto: le colline erano completamente a nudo, senza vegetazione, si vedevano solo le rocce di un bianco abbagliante, ma ancora non avevano iniziato a costruire nulla. Così è nato Se sei vivo spara, per puro caso». Il film uscì nelle sale nel 1967, vietato ai minori di 18 anni a causa di alcune scene estremamente violente per l’epoca. Stando a quanto raccontato da Questi, in una sala cinematografica di Milano due signore particolarmente impressionabili sarebbero svenute durante la proiezione del film: questo fatto avrebbe influito sui pesanti interventi di censura operati sulla pellicola dopo il suo sequestro, avvenuto l’8 marzo del 1967. Il film scomparve poi dalla circolazione per un lungo periodo: tornò nel 1975, reintegrato di alcune scene censurate nel 1967, con il titolo di Oro Hondo. Se sei vivo spara è stato più volte citato da Quentin Tarantino come una delle sue opere preferite: la scena di Kill Bill vol. 2 in cui la Sposa riesce ad uscire dalla bara dove Budd l’aveva sepolta è un chiaro riferimento – nonché omaggio – alla sequenza iniziale del western di Questi, dove si vede Tomas Milian strisciare fuori dalla fossa che si era scavato da solo.

Meno noto, forse anche perché più complesso da seguire e interpretare, è Arcana, l’ultimo film diretto da Giulio Questi, con protagonista Lucia Bosè. Da molti critici è stato definito un horror, ma durante il TFF32 il regista ha espresso ancora una volta il suo scetticismo verso la circoscrizione del suo film in una ben poco flessibile definizione di genere. Questi ha spiegato che la sua volontà era semplicemente quella di raccontare una storia di immigrati meridionali trapiantati dalla realtà del piccolo paese d’origine in una grande metropoli in piena espansione, Milano. In realtà, il film, sin dall’inizio cosparso di fosche tinte edipiche, si sviluppa prendendo una piega sempre più surreale, fino a giungere ai limiti del simbolismo. Dopo averlo visto, si può ben comprendere la ragione per cui sia stato definito il film maledetto della coppia Questi/Arcalli. Maledetto anche perché ebbe una stentata distribuzione in Italia e non approdò mai sul mercato cinematografico estero.

Giulio Questi merita di essere ricordato anche per la prima “attività” della sua vita, quella che ha poi segnato profondamente ogni suo lavoro successivo: la partecipazione alla lotta partigiana. Testimone dell’importanza che ha avuto per lui tale esperienza è l’opera Uomini e comandanti, raccolta di racconti partigiani pubblicata pochi mesi fa per Einaudi. Uomini e comandanti è stato definito come la rinascita della letteratura della e sulla Resistenza, in una forma nuova, limpida e smaliziata, che era propria di Giulio Questi.

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