Se n’è andata con la sua consueta discrezione all’età di 89 anni, il giorno dopo l’improvvisa scomparsa di un altro grande di Hollywood. Una diva in punta di piedi, Lauren Bacall, classe sopraffina e stile inconfondibile. Inconfondibile come la sua voce così profonda e nasale, con la quale ha ammaliato i più grandi registi, da Howard Hawks a Vincente Minnelli, oltre al divo Humphrey Bogart, compagno di vita con il quale la Bacall ha formato una delle coppie più solide nel cinema americano dell’Età dell’Oro. Un matrimonio che, se non ha oscurato la sua figura professionale, certamente ha limitato gli orizzonti di una carriera che ha comunque e in ogni caso dell’incredibile.
Figlia di immigrati ebrei di origine polacca (era cugina del politico israeliano Shimon Peres) e aspirante ballerina, la giovane Betty Joan Perske studia all’American Academy of Dramatic Arts di New York, sua città natale, per poi iniziare la gavetta teatrale in numerosi spettacoli off-Broadway che non le impediscono di dedicarsi anche alla moda, vincendo il titolo di Miss Greenwich Village nel 1942. Dopo essere apparsa sulla copertina di Harper’s Bazaar, Betty viene notata dalla moglie del regista Howard Hawks, il quale le propone di recitare in Acque del Sud, film tratto da un romanzo di Ernest Hemingway, nel ruolo della protagonista., accanto a quello che poi diventerà l’amore della sua vita, Humphrey Bogart, e Walter Brennan.
Per l’occasione le venne proposto di modificare il suo nome in Lauren e di usare il cognome materno, Weinstein Bacal, a cui venne poi aggiunta una L per renderlo più facile nella pronuncia, mentre venne tolto Weinstein. Dal suo debutto, la Bacall inizia una carriera folgorante che la porta a recitare spesso in coppia con Bogart e nuovamente a collaborare con Hawks nel suo capolavoro, Il grande sonno, nel 1946, per poi essere diretta da John Huston ne L’isola di corallo. Negli anni ’50 eccelle principalmente in commedie quali Come sposare un milionario e La donna del destino, accanto a divi come Gregory Peck, Marilyn Monroe e Betty Grable.
Nel 1957 la Bacall subisce un duro colpo poiché muore il marito Humphrey Bogart e la sua vita privata ne risente per anni, passando da una tormentata relazione con Frank Sinatra e al secondo matrimonio, con l’attore Jason Robards Jr, da cui avrà il figlio Sam. La carriera di Lauren in teatro, dove vince due Tony Award per Applause e La donna del giorno, e in televisione sembra non risentirne, così discreta e delicata nel suo essere una delle dive per antonomasia del cinema anni ’40/’50; in realtà si vedrà ben poco per molti anni, ma nel 1974 regala al pubblico una delle sue migliori interpretazioni in Assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet, tratto da uno dei gialli più noti di Agatha Christie.
Bisognerà aspettare il 1996 però per vederla finalmente candidata all’Oscar per la prima volta nella sua carriera: in quell’anno infatti Barbra Streisand la dirige ne L’amore ha due facce, insieme a Jeff Bridges. Negli anni 2000 compare in Dogville e Manderlay di Lars von Trier e scrive Now, la sua seconda biografia dopo Io, Lauren Bacall (Lauren Bacall by myself), del 1974. Il 14 novembre 2009 riceve il meritato premio Oscar alla carriera, il primo non assegnato durante la cerimonia ufficiale degli Academy Award e il primo conferito ad un’attrice dai tempi di Deborah Kerr. Un riconoscimento assegnato discretamente e senza eccessivo clamore, com’era costume per lei, diva di classe e tra le più grandi attrici della storia del cinema. Cinema nel quale è entrata e uscita nello stesso modo: in punta di piedi, sì, ma lasciando un solco indelebile.
| Leggi i commenti sull'articolo | Lascia il tuo commento