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Addio a Mirko Kovač, scrittore jugoslavo

Creato il 20 agosto 2013 da Eastjournal @EaSTJournal


di Davide Denti

Mirko Kovac Medu Seseljima Ca Large

Ci ha lasciato ieri Mirko Kovač, scrittore e drammaturgo jugoslavo, in seguito croato. Nato nel 1938 nei pressi di Nikšić al confine tra l’Erzegovina e il Montenegro (Regno di Jugoslavia), è stato autore di diversi romanzi, raccolte di racconti, saggi, fiction e sceneggiature cinematografiche..

Kovač ha studiato drammaturgia presso l’Accademia di Teatro, Cinema e Televisione di Belgrado, dove conosce Danilo Kiš. Assieme a Kiš e ad altri intellettuali (Filip David, Predrag Matvejević, Marko Vešović e Abdulah Sidran), Kovač fece parte del ristretto cerchio dell’intelligencija jugoslava, libera e critica verso il regime, poi dispersa negli anni ’90 da guerre e nazionalismi.

Nel 1962 pubblicò il suo primo romanzo, Gubilište (Il Patibolo), condannato dal regime titino per il suo pessimismo, contrario all’ideologia socialista. A seguito di tale pubblicazione, Kovač subì due anni di persecuzioni. Nel 1965 pubblica Moja sestra Elida (Mia sorella Elida), e nel 1971 il breve romanzo biografico Malvina (La vita di Malvina Trifković, Anabasi, Milano 1994), col quale raggiunge la fama internazionale. Il libro viene tradotto in inglese, francese (ed. Soleil Poche), italiano, olandese, ungherese, svedese (tre edizioni) e tedesco; nel 1973 ne viene rappresentata una versione per teatro da parte della compagnia Atelier 212 a Belgrado. Sempre nel 1971 pubblica la raccolta di novelle Rane Luke Meštereviča (Le ferite di Luka Mestrević) , per la quale riceve il premio Milovan Glišić, che gli viene però ritirato subito dopo, nel 1973; il libro viene censurato e ritirato da tutte le biblioteche jugoslave.

A Zagabria pubblica quindi i romanzi Ruganje s dušom (Beffe con l’anima, 1976); Vrata od utrobe (Il collo dell’utero, 1978) che ottiene il premio Ninov della critica, il premio delle acciaierie di Sisak (1979), e il premio della biblioteca di Serbia per i libri più letti (1980). Seguono i romanzi Uvod u dugi život (Introduzione alla lunga vita, 1983), la raccolta di racconti Nebeski zaručnici (La Sposa Celeste, 1987, premio BIGZ) e il romanzo Kristalne rešetke (Lattice, Sarajevo, 1995)

Il libro di saggi Evropska trulež (Marciume europeo, 1986) riceve il premio NIN Dimitrije Tucovic. Bodež u srcu (Il pugnale nel cuore) viene pubblicato a Belgrado nel 1995.

Al montare del nazionalismo pan-serbo, picchiato e minacciato di morte dagli uomini di Šešelj, Kovač fugge da Belgrado e si rifugia a Rovigno, città natale di sua moglie. Nel 1990 pubblica a Sarajevo le sue opere selezionate in sei volumi. Scrittore schivo e piuttosto refrattario alle ribalte pubbliche, dal 1991 ha vissuto a Rovigno, in Istria. Ha ricevuto il premio internazionale Tucholsky dal centro PEN in Svezia nel 1993, e il Premio Herder per la letteratura nel 1995.

Nel 2010 Zandonai ha pubblicato in italiano La città nello specchio (Grad u zrcalu), che si è aggiudicato il prestigioso premio Vladimir Nazor, conferitogli dall’Accademia croata delle Scienze e delle Arti come miglior opera letteraria nazionale.

Foto Davor KOVAČEVIĆ / Novi List


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