L'avevo incontrato un giorno di un'estate fa tra le belle strade del quartiere in cui viveva: Monti, tra via Cavour e via Nazionale. Era in via dei Serpenti. Me lo trovai davanti, mi precedeva di qualche passo, la prima cosa che vidi di lui erano le spalle. Era un vecchietto piccolo, un po' curvo, ben vestito, passeggiava lento. Gli passai accanto, forzai l'andatura per superarlo, avevo fretta.
"I miei omaggi, maestro!" disse il pescivendolo quando lo vide passare. E io mi voltai e vidi che era lui e mi emozionai moltissimo. Ero appena passata a fianco a un vero maestro del cinema italiano. Avevo appena "sorpassato" Mario Monicelli e quasi non me n'ero accorta. La fretta, la fretta, la fretta. Lo guardai qualche secondo, lui non fece caso a me, ma non sembrava che lui avesse fretta, ma solo che stesse proseguendo un cammino già tracciato, su un marciapiede già conosciuto. Lo vidi, quindi, continuare la sua strada, la sua vita.
Vita che si è fermata proprio stasera. Aveva 95 anni.
I miei omaggi, maestro.