Dopo l’annuncio del premier Matteo Renzi della riduzione delle cinque forze di polizia, con il Corpo Forestale dello Stato candidato alla soppressione, secondo quanto indicato nel ddl sulla riforma della Pubblica amministrazione all’esame del Senato, esplodono le polemiche. A preoccupare sono l’effettiva utilità, in termini di spending review, dell’eventuale assorbimento del Cfs in altre forze di polizia, ma anche l’impatto che questo avrebbe sulla tutela ambientale e del territorio. Grande la mobilitazione delle associazioni ambientaliste, che hanno lanciato anche una petizione “No alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato”, su Change.org.
(sasu.it)
II problemi economici legati ai servizi garantiti dal Corpo dello Stato. Non solo preoccupa l’efficacia di questa decisione del governo, che vedrebbe il Corpo Forestale verso la soppressione, ma è anche interessante considerare gli stipendi (460 milioni), il funzionamento ed i servizi resi dallo Stato dalla Forestale: dalle missioni del personale alla gestione delle aree protette, una spesa che si aggira intorno a 30 milioni di euro l’anno che, però, vengono sostanzialmente compensati dai 28 milioni circa di sanzioni amministrative elevate l’anno. Una difesa della natura praticamente a costo zero ma che, con uno scioglimento del Corpo, rischia di avere costi elevati, anche impensabili. L’addio al Corpo Forestale comporterebbe infatti costi “curiosi” da tenere in considerazione. A partire dalla divisa: il “cambio d’abito” potrebbe arrivare a costare circa 12,3 milioni di euro, calcolando 7.000 unità a cui sostituire la divisa (sulla base dei costi stimati, come risultanti dalle ultime gare d’appalto). E il conto rischia di arrivare alla cifra di 24.590.000 aggiungendo le altre spese rese necessarie dal cambiamento: colorazione dei mezzi che dovranno essere resi conformi alla Forza di Polizia in cui confluiranno (1.700 unità, costo stimato 8,3 milioni di euro) e per la flotta aerea (2,45 milioni di euro); formazione (circa 1,54 milioni di euro).
La voce delle associazioni ambientaliste. Sciogliere il Corpo Forestale dello Stato sarebbe “un’operazione di facciata perché l’obiettivo di risparmio economico su cui si innesta è falso: non si risparmierebbe niente ma aumenterebbe il costo di alcuni servizi oggi gestiti, secondo un’economia di scala, da un unico soggetto”, commenta Gaetano Benedetto, direttore Politiche istituzionali del Wwf. “Scioglimento o accorpamento che dir si voglia, Martina vorrà davvero essere ricordato come il ministro delle politiche agricole e forestali sotto la cui responsabilità è stato di fatto cancellato il Corpo Forestale dello Stato, dopo quasi due secoli di storia?”, chiede la Lav. “Bizzarro che, mentre il Parlamento sta discutendo la nuova normativa sugli ecoreati e dopo aver approvato la normativa contro l’importazione di legno illegale, si voglia allo stesso tempo abolire il Corpo Forestale, che ha una indiscutibile esperienza proprio nella repressione dei reati ambientali, su cui svolge, e da tempo, una intensa attività”, dice Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greepeace Italia. “Accorpare la Forestale alla Polizia di Stato è un errore gravissimo che, sebbene involontariamente, favorirà le ecomafie e tutti coloro che violano le leggi ambientali nel nostro Paese”. E’ il duro commento del presidente della Lipu-Birdlife Italia Fulvio Mamone Capria.
Il ”No alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato” è diventato anche una petizione lanciata insieme da Legambiente, Greenpeace e Libera su Change.org: ad oggi mancano circa 9mila firme per raggiungere l’obiettivo di 50.000 sostenitori alla campagna #SalviamolaForestale. La soluzione più invocata, il rafforzamento del Cfs incorporando le polizie provinciali. (ADNKRONOS)