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Addio al Riformista, domani l’ultimo numero in edicola

Creato il 29 marzo 2012 da Kobayashi @K0bayashi

L’assemblea dei soci della cooperativa editrice “Edizioni riformiste” ha approvato a maggioranza lo stato di liquidazione della società e della testata Il Riformista con il voto favorevole di Gianni Cervetti e del direttore del quotidiano Emanuele Macaluso. Contrari, invece, i giornalisti presenti come soci nella cooperativa. Ad annunciarlo è stato su Twitter Ettore Colombo, uno dei membri dell’assemblea di redazione.

E’ finita. E’ stato bello, finche’ e’ durato. #forzariformista, quel foglietto arancione che, da dopodomani, non troverete più’, in edicola.

— Ettore Maria Colombo (@ettoremaria) Marzo 29, 2012

Un voto che, di fatto, sancisce la chiusura definitiva del quotidiano arancione fondato nel 2002 da Antonio Polito e Claudio Velardi. A ottobre avrebbe compiuto 10 anni, ma non ci ariverà: venerdì 30 marzo, con ogni probabilità, andrà infatti in edicola l’ultimo numero del quotidiano.

L’assemblea convocata nella mattinata di giovedì 29 marzo ha anche nominato il curatore fallimentare che dovrà trattare con eventuali acquirenti (a questo punto quanto mai improbabili) oppure certificare la chiusura definitiva dell’esperienza editoriale. Una storia non facile, soprattutto negli ultimi anni: i conti del giornale, secondo i calcoli dei proprietari, sarebbero diventati nel tempo insostenibili tanto da far accumulare al Riformista un debito con le banche che, nel 2010, ha raggiunto quota 3,4 milioni di euro.

riformista_chiude

Paradossalmente sarebbero invece più del doppio i crediti vantati nei confronti dello Stato – 7,9 milioni di euro – bloccati però da un contenzioso e dunque inutilizzabili. Impossibile anche far leva sui contributi pubblici per l’editoria, confermati proprio ieri da Paolo Peluffo, sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio con delega a informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo. Il fondo per il 2012, relativo all’annata 2011 e aumentato dagli iniziali 47 agli attuali 120 milioni di euro dal governo, avrebbe garantito al quotidiano bianco-arancione (secondo i calcoli della redazione) circa 1,8 milioni di euro, comunque poco più della metà di quanto necessario per estinguere il passivo accumulato nel tempo.


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