Addio Berlusconi!
Premessa: Italiani a Parigi non è un blog politico.
E’ un blog che ho ho creato per condividere con quanti amano Parigi le mie esperienze nella capitale francese.
Tuttavia, come affermava Aristotele, “L’uomo è un animale politico” e ogni uomo deve esprimere il suo pensiero politico e la sua opinione sugli accadimenti che riguardano la collettività.
Sono pienamente d’accordo con il filosofo greco che diceva che “non sono politici nè gli animali nè gli dei ma solo l’uomo lo è, perchè legato ad una vita comunitaria con gli altri”.
Per questo motivo ritengo giusto che anche un blog di natura sociale e culturale condivida la sua visione politica.
Il 30 aprile 1993 una pioggia di insulti e monetine lanciate da una folla inviperita, radunatasi davanti l’hotel Raphael di Roma, sancisce la fine di Bettino Craxi e della Prima Repubblica.
A più di 18 anni di distanza da quel celebre evento, una folla di gente al Quirinale, a Palazzo Chigi e a Palazzo Grazioli saluta con canti, slogan, fischi e insulti le dimissioni di Silivio Berlusconi.
E’ importante sottolineare che la gente che ha aspettato l’arrivo di Berlusconi davanti ai palazzi del potere non è stata violenta o aggressiva ma piuttosto gioiosa e festiva.
Si è trattato di una reazione fisiologica degli italiani nei confronti della fine di una parentesi triste e cupa per il nostro Paese: lavoratori, militanti, famiglie, studenti e semplici cittadini hanno sentito il bisogno di scendere in piazza e sventolare il tricolore gridando la rinascita dell’Italia e il proprio orgoglio di essere Italiani.
Il 12 novembre 2011 passerà alla storia come l’ultimo capitolo dell’era Berlusconi, l’ultimo atto di una tragedia che ha impelagato l’Italia per quasi vent’anni, la patetica scena finale di un fastidioso lungometraggio.
Uno dei tanti striscioni sventolati dai manifestanti presenti al Quirinale per festeggiare l’addio di Berlusconi recitava ”12 novembre = 25 aprile” , come per sancire la liberazione dell’Italia da un fardello ormai insopportabile.
L’ex premier, che con i suoi scandali sessuali e le infamanti ombre di corruzione ha disintegrato la credibilità dell’Italia, ha evitato la folla uscendo da una porta secondaria del Quirinale.
Rimettendo il suo mandato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Berlusconi ha decretato la fine del suo impero e del suo castello di sabbia frequentato da individui viscidi e senza scrupoli.
Portaborse, letterine, veline, lacchè e “amici di amici” si chiedono disperatamente quale sarà il loro futuro adesso che Mangiafuoco non tira più le fila di questa pietosa pagliacciata che ha gravemente ferito l’immagine del nostro Paese.
L’Italia ha finalmente chiuso uno dei periodi più bui della sua storia e si prepara ad indossare una nuova veste scrollandosi di dosso le macerie da cui è stata invasa.
Sabato scorso si respirava un’atmosfera di gioia nella piazza gremita del Quirinale: chi sventolava orgogliosamente il tricolore, chi intonava l’inno nazionale con la mano sul petto, chi cantava “Bella ciao” a squarciagola, chi piangeva per la felicità, automobili che suonavano i clacson all’impazzata, un coro accompagnato da un gruppo di musicisti ha addirittura improvvisato l’Hallelujah di Handel tra i trenini e i girotondi festosi della gente.
Un clima di giubilo che ha richiamato i festeggiamenti dei tifosi italiani per la vittoria della coppa del mondo nel 2006 da parte della nazionale azzurra.
Tra i cori gridati al Cavaliere mi ha particolarmente colpito un gruppo di ragazzi che, mentre stappava una bottiglia di champagne, gridava “Primavera, Primavera” a richiamare la “primavera araba” e le recenti rivoluzioni che hanno liberato Egitto, Tunisia e Libia.
Il parallellismo realizzato da questi ragazzi è a dir poco azzardato poichè la liberazione dell’Italia da Berlusconi, seppur importante, non ha nulla a che vedere con quanto successo nei paesi arabi.
Nei Paesi del Magreb, in Libia e in Egitto sono stati i movimenti popolari che hanno sovvertito i regimi vigenti; in Italia non è stato il popolo italiano a costringere Berlusconi a lasciare il governo ma la Comunità Europea, le banche, lo spread e la crisi finanziaria.
Se l’UE, la BCE e la crisi economica mondiale non avessero messo Berlusconi spalle al muro, il presidente del Milan e dirigente di Mediaset sarebbe ancora al potere.
Penso che sia importante sottolineare questo essenziale dettaglio al fine di ricordare che anche se ci siamo liberati di Berlusconi non ci siamo ancora liberati del berlusconismo ovvero di quella mentalità clientelare e nepotista che considera la legge come una cintura troppo stretta.
Bisogna che il popolo italiano abbia uno scatto d’orgoglio e rifiuti in maniera massiccia e coesa gli strascichi del berlusconismo tagliando per sempre i tentacoli di questa piovra che avvinghia inesorabilmente l’italia.
Il primo passo è stato compiuto, la testa di questa bestia immonda è stata estirpata.
Se è vero che sabato la piazza del Quirinale debordava di gente in festa per la partenza definitiva di Berlusconi dal governo italiano è pur vero che il giorno dopo la stessa piazza era piena di militanti di Forza Italia riunitisi per “lavare l’onta di sabato sera” ed esprimere il loro appoggio al premier spodestato.
Questo episodio è sintomatico del fatto che il berlusconismo è purtroppo fortemente radicato nel nostro Paese e non andrà via facilmente.
Anni e anni di manipolazione mediatica e di scellerata demagogia hanno forgiato una squallida mentalità arrivista che ha invaso l’Italia come le metastasi di un cancro.
La cura a questa terribile malattia che invade orribilmente le strade del nostro Paese non è, purtroppo, nelle mani di Mario Monti e del suo governo tecnico ma risiede nell’onesta e nel buon senso di ciascuno di noi.
Bye Bye Berlusconi…anzi Addio!
http://www.youtube.com/watch?v=RioHIu_cOHo