Magazine Cultura

"Addio, Columbus" di Philip Roth

Creato il 26 gennaio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

La prima volta che la vidi, Brenda mi pregò di tenerle gli occhiali. Poi avanzò fini all’orlo del trampolino e scrutò la piscina, strizzando gli occhi; ma fosse pur stata asciutta, ella non se ne sarebbe accorta, tanto era miope. Si lanciò in un tuffo armonioso e un momento dopo tornò verso il margine della vasca, la testolina dai corti capelli rossi alta sull’acqua come una rosa dal lungo stelo.

 Addio, Columbus

Goodbye, Columbus è l’opera di esordio di Philip Roth, uno dei più importanti scrittori ebrei contemporanei vincitore di sedici importantissimi premi (compreso il Pulitzer per Pastorale americana) dal 1960 al 2011, anno in cui gli è stato consegnato il Man Booker International Prize. Laicismo, satira, cultura, psicanalisi sono alcuni dei temi fondamentali dei suoi libri, principalmente autobiografici. A questo proposito famosi sono i suoi alter-ego, il più noto dei quali è Nathan Zuckerman, comparso per la prima volta nel 1974 ne La mia vita di uomo e con la quale esplora il problema -mai risolto- dell’identità. Pubblicato con altri 5 racconti da Bompiani nel 1960, ripubblicato da Garzanti otto anni dopo, Addio, Columbus vede una terza pubblicazione Einaudi in uscita il 31 gennaio a  19.50 euro (240 pagine) con la traduzione di Vincenzo Mantovani.  Di esso, Roth dice: «Quando ho pubblicato uno dei racconti di questa raccolta sul “New Yorker” nel 1958 — in cui un soldato ebreo furbastro e disonesto cercava di evitare il fronte facendo leva sulla comunione di fede col suo superiore, il sergente Marx — sono stato oggetto di un attacco furioso. Mi sembra fosse un lunedì, vivevo in un seminterrato sulla Decima Strada nell’East Village, e ogni mezz’ora andavo fino all’edicola della Quattordicesima per vedere se era arrivato il “New Yorker”. Avrò fatto avanti e indietro cinque o sei volte quando finalmente a mezzogiorno ho trovato il giornale e me lo sono portato a casa in uno stato di grande eccitazione. Avevo venticinque anni, era la pubblicazione più importante della mia vita…». (cit. Corriere della sera) L’autore fu infatti tacciato di essere un “ebreo che odia gli ebrei”, critica che non gli impedì di vincere, per questo stesso libro, il National Book Award. Vi troviamo un Roth spontaneo, euforico, libero, agli albori della propria carriera. In erba, ma non per questo meno geniale.

 

Goodbye Columbus
Addio, Columbus – Philip Roth
Un libro che è valso a Roth la fama di “ebreo che odia gli ebrei” per il ritratto, tutt’altro che lusinghiero, che fa di una certa borghesia ebraica. Neil Klugman è un brillante laureato della Rutgers University che lavora, sottopagato, in biblioteca e vive con gli zii in un quartiere operaio di Newark. Un’estate incontra la splendida Brenda Patimkin, rampolla di una ricca famiglia ebrea capace, molto più di quella di Neil, di integrarsi nel tessuto sociale americano. Neil conquista Brenda con la ferrea determinazione insegnatagli dagli zii (sebbene destinata ad altri scopi): la conquista più difficile, però, è quella del rispetto dei genitori della ragazza, in particolare della madre. L’esito sarà tutt’altro che scontato. Completano il volume cinque racconti in cui ritroviamo riverberati gli stessi temi del romanzo breve che dà il titolo al libro. Sono, già allora, i temi del Roth più maturo: l’assimilazione e il rifiuto, il sesso come campo di battaglia per le tensioni sociali, la conquista, mai definitiva, dell’identità.

Philip Roth 

Philip Roth
ha vinto il Premio Pulitzer nel 1997 per Pastorale americana. Nel 1998 ha ricevuto la National Medal of Arts alla Casa Bianca, e nel 2002 il piú alto riconoscimento dell’American Academy of Arts and Letters, la Gold Medal per la narrativa. Ha vinto due volte il National Book Award e il National Book Critics Circle Award, e tre volte il PEN/Faulkner Award. Nel 2005 Il complotto contro l’America ha ricevuto il premio della Society of American Historians per «il miglior romanzo storico di tematica americana del periodo 2003-2004». Recentemente Roth ha ricevuto i due piú prestigiosi premi PEN: il PEN/Nabokov Award del 2006 e il PEN/Saul Bellow Award for Achievement in American Fiction. Roth è l’unico scrittore americano vivente la cui opera viene pubblicata in forma completa e definitiva dalla Library of America. Di Philip Roth Einaudi ha pubblicato: Pastorale americana, Operazione Shylock, Il teatro di Sabbath, Ho sposato un comunista, Lamento di Portnoy, La macchia umana, L’animale morente, Lo scrittore fantasma, Zuckerman scatenato, Chiacchiere di bottega, Il complotto contro l’America, Il seno, La lezione di anatomia, Inganno, L’orgia di Praga, Everyman, Patrimonio, Il fantasma esce di scena, Il professore di desiderio, Indignazione, L’umiliazione, La controvita, La mia vita di uomo e il volume Zuckerman che raccoglie i romanzi Lo scrittore fantasma, Zuckerman scatenato, La lezione di anatomia, L’orgia di Praga, Nemesi e «Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno» ovvero, guardando Kafka.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :