I dati parlano da soli, crollano le vendite di auto della Fiat nel mercato europeo, il gruppo ha immatricolato in Europa 557.090 unità, in calo del 16,6% sul 2011. Voci preoccupate dagli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano. La Fiat è ormai una multinazionale, quali sono ancora i suoi doveri nei confronti del paese d’origine e cosa succederà al ramo italiano che ha il cuore all’estero?
E gli operai rischiano il posto di lavoro. Si tratta di un esercito di circa 25mila persone alle quali vanno aggiunti gli addetti dell’indotto, cioè delle aziende che lavorano prevalentemente per il gruppo guidato da Sergio Marchionne.
Ci siamo giocati il nostro campione nazionale. Il nostro gioiello dell’industria made i Italy crolla sul mercato europeo.
Discorsi risaputi e anche comprensibili ma, il nocciolo della questione è legato al fatto che Marchionne lasci l’Italia. E’ un gravissimo danno che il nostro Paese resti senza il suo pilastro storico. ” Il governo Monti non ha strumenti per intervenire – parole di Eugenio Scalfari – su un ‘impresa privata, c’è la normativa europea e in più c’è il mercato libero”.
Un patrimonio italiano di un secolo e il destino di miglaia di famiglie sono in gioco.
Consueto stile tagliente, parole nette, ai microfoni dell’Infedele, Della Valle ha sottolineato che ” la famiglia Agnelli non è una “famiglia normale,” ha degli obblighi verso il Paese e verso i lavoratori da cui ” ha avuto un aiuto grandissimo” è vero che è un ‘impresa privata ma, per quello che “si è fatta dare” potrebbe essere considerata “un’azienda pubblica”. “Oggi ci si dimentica che ci sono cose da fare per il nostro Paese che non sono necessariamente legate ai soldi – critico il loro gesto, non è corretto e i lavoratori oggi ne hanno viste fin troppe”. “Un piano sbandierato ai quattro
Critiche aspre verso i manager FIAT che non possiamo non condividere perché il nostro Paese non può essere trattato così. La partita sulle responsabilità è aperta. Ma di mea culpa neanche l’ombra. E visto che la speranza è l’ultima a morire, speriamo, che queste discussioni, non si dimostrino poco costruttive.