Richard Glatzer, il regista dell’ultimo Still Alice, strepitoso e commovente film che ha diretto insieme al marito Wash Westmoreland, si è spento all’età di 63 anni a causa di alcune complicazioni dovute alla malattia per la quale da tempo soffriva, la SLA (sclerosi laterale amiotrofica).
Il regista aveva scoperto di essere affetto dalla SLA nel 2011, proprio mentre stava lavorando all’adattamento di Still Alice, tratto da un romanzo di Lisa Genova. Nonostante la sua situazione peggiorava rapidamente giorno dopo giorno, ha continuato a lottare senza smettere di lavorare, sempre presente sul set e determinato a portare sul grande schermo una storia che sentiva come particolarmente vicina alla sua esperienza.
“Richard arrivò una settimana prima della pre-produzione con braccia e gambe che già non si muovevano quasi più” raccontò Westmoreland “Non riusciva più a mangiare e a vestirsi da solo, riusciva giusto a muovere il dito. Ma nonostante tutto, venne sul set ogni giorno per dirigere il film, a dispetto di tutte le enormi difficoltà fisiche. Questa cosa ha avuto una grande influenza sul set, perché era proprio di questo che il film parlava. Tutti sentivano che stava accadendo qualcosa di speciale, e così le lunghe ore di lavoro non sembravano poi così tanto lunghe”.
Due giorni prima la cerimonia di premiazione degli Oscar 2015, che ha visto Julianne Moore trionfare come migliore attrice protagonista, le sue condizioni si erano notevolmente aggravate ed era stato ricoverato in ospedale d’urgenza a causa di seri problemi respiratori.
Il marito, Wash Westmoreland, che lo aveva conosciuto nel ’95 e sposato nel 2013, durante un’intervista rivelò che il film era dedicato in particolare a chi si prende cura degli altri: “Quando ti prendi cura di qualcuno che è malato giorno e notte, occupandoti di ogni cosa di cui possa aver bisogno, può essere una situazione veramente, veramente dura e realizzare il film e ora vederlo, mi ha ispirato a essere migliore, aiutare di più, amare maggiormente, ed essere più emotivamente presente, non importa quanto siano dure le giornate. Potrebbe sembrare stupido che io mi sia sentito ispirato dal mio stesso film, ma è così”.
I due avevano già collaborato insieme in passato, vincendo nel 2006 il Gran Premio della Giuria e il Premio del Pubblico al Sundance Film Festival con Non è peccato – La quinceañera, e avevano scritto e diretto a quattro mani The Last of Robin Hood, film del 2013 con protagonisti Kevin Kline e Dakota Fanning.