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Addio specchietto retrovisore

Creato il 17 gennaio 2011 da Nicol Lynne
Ecco come, in merito di specchietti retrovisori, ho scoperto la barbara usanza del "ciascuno paga il suo".
Me ne stavo tornando tranquillamente a casa dopo una lunga serata di lavoro quando, all'improvviso, mi accorgo di un'automobile a dir poco nel bel mezzo della strada. Ingenuamente, mentre i fari continuavano ad avvicinarsi pericolosamente verso di me, mi sposto sulla destra al massimo delle mie possibilità (ossia, con una ruota fuori dalla carreggiata) e mi aspetto che il veicolo incriminato faccia altrettanto. Spengo la musica con cui mi stavo allegramente allietando il tragitto di ritorno, ignara del fatto che da lì a pochi metri sarebbe stata sostituita dal fragore dell'impatto con lo specchietto di quell'emerita e sconosciuta testina di "bip" alla guida dell'altro veicolo. Inchiodo, terrorizzata dal violento urto, e controllo la strada sicura che il colpevole abbia fatto altrettanto. L'orecchio sinistro in tilt non è sufficiente per stordirmi, come avrei invece voluto, il tanto necessario da prelevarmi dalla realtà: il vile conducente ha tirato dritto per la sua strada, portandosi con sé quel poco di fiducia che mi era rimasta nel genere umano.
Per concludere in bellezza, la mia loquace vettura, pochi istanti dopo l'incidente, si mette subito al lavoro inviandomi - tramite un'insoppportabile spia (vedi articolo "Oh cruscotto, smetti di inviarmi messaggi"!) - il seguente messaggio: avaria specchietto retrovisore. Cosa??? Anche questo vuoi segnalarmi? Credi forse che non me ne sia accorta? Credi forse che non abbia gli occhi per vedere che lo specchietto è del tutto sbriciolato?
Tralasciando l'espressione del mio meccanico quando mi sono presentata questa mattina nella sua officina (sorpresa misto terrore), non mi rimane che dare l'ultimo addio a un vecchio e caro compagno di viaggio tramite le parole di Gabriele Romagnoli in In tempo per il cielo (1995):
          Altrove, è lo specchietto retrovisore a diventare la misura della memoria: 
          «Guardo nello specchietto retrovisore e penso che la memoria dovrebbe 
          essere fatta così: tu vai avanti  nella vita e quello che ricordi è solo l'ultimo 
          tratto di strada che hai fatto, più indietro non puoi vedere».

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