ROMA - Alimenti, attenzione agli additivi. Certo, non sono tutti uguali: ci sono anche additivi che fanno bene. Ma in generale è meglio scegliere gli alimenti con l’etichetta più corta. Il consiglio è del nutrizionista e fitoterapeuta dell’Università di Pisa Ciro Vestita.
“Gli additivi, ha spiegato Vestita all’Adnkronos Salute, sono usati dalle aziende agroalimentari per mantenere più a lungo gli alimenti, ad esempio con i conservanti nella pasta fresca. Oppure per renderli più appetibili (colorante nel gelato), o ancora per addensare”.
Tra le tante sostanze usate “alcune sono totalmente innocue. Come la clorofilla, estratta dall’ortica, il licopene, estratto dal pomodoro, la curcumina, estratta dalla curcuma, che hanno addirittura effetti benefici”.
La clorofilla è spesso usata nelle paste ‘colorate’, quelle ‘agli spinaci’, mentre il licopene dà un colore più rosso ai sughi e la curcumina è usata nei dolci per dare il colore giallo vivo alle creme.
Diverso il discorso dei coloranti “molto usati, ad esempio, nelle bevande. Ma si tratta di sostanze che non vanno sottovalutate. Nei bambini allergici possono dare dei fastidi, persino attacchi asmatici. Ci sono poi i coloranti che ‘ingannano’, come quelli impiegati per ottenere il verde intenso del pistacchio. Sappiamo infatti che questi frutti verdissimi (quello di Bronte è chiamato ‘smeraldo’ della Sicilia) una volta lavorati diventano marrone. Un gelato genuino non può essere quindi ‘vivace’”. Altri additivi, “come quelli derivati dall’acido benzoico, sono sotto accusa”.
Riguardo agli addensanti “alcuni sono naturali, come quelli estratti dalle alghe, e sono innocui”, o “le pectine, fibre lignee, usate ovunque si voglia addensare un alimento: confetture, salse…”.
Il problema, sottolinea Vestita, non è il singolo additivo ma “il mix dei diversi additivi, tutti usati a norma di legge. Non abbiamo ancora studiato le interazioni tra le singole sostanze nel tempo. Meglio quindi guardare l’etichetta e scegliere prodotti con il numero più limitato di ‘aggiunte’”.