Adesso a Scola, il cardinale di Milano, non va bene nemmeno la Costituzione. Vuole dettare le regole lui. Lo Stato laico mette a rischio la libertà religiosa. Da quando sono al mondo ho sempre visto la religione, cattolica, invadere il campo senza mai ...

Creato il 07 dicembre 2012 da Slasch16

Quando i tempi si fanno duri tutti diventiamo più integralisti, a difesa delle proprie idee, ed i più integralisti di tutti alzano la voce, i talebani cattolici.
Non basta più pretendere di dettare la linea in parlamento ed in, quasi, tutti i partiti adesso attaccano direttamente la Costituzione.
E’ una costante più il mondo evolve e più loro diventano conservatori, ciò non ha impedito che dagli anni 50 in poi la chiesa ha perso molto del suo gregge. Le file domenicali per la S. Messa si sono assottigliate ed il 40%, se non di più,
di chi si avvicina ai vari sacramenti lo fa per abitudine vanno a messa per la comunione dei figli poi passano direttamente alla messa per la cresima, matrimonio ed ovviamente funerali o battesimi.
La maggior parte di loro non si ricorda nemmeno più le preghiere fanno prendere aria alla bocca fingendo di pregare o cantare.
Così, il card. Scola ieri ci ha fatto capite perchè il Papa l’ha nominato capo a Milano dopo quei bolscevichi di Martini e Tettamanzi con il compito di rimettere in pista sul piano religioso Comunione e Occupazione, sul piano politico-economico hanno già il monopolio.
La città di Milano ha appena varato il registro delle coppie e si prepara a discutere sul testamento biologico, figuratevi se il talebano di Comunione e Occupazione si lasciava scappare l’occasione di fare un discorso integralista davanti alle tutte le autorità.
Ha usato queste parole:
Il «modello francese di laicité che è parso ai più una risposta adeguata a garantire una piena libertà religiosa, specie per i gruppi minoritari», ha detto Scola davanti a tutte le autorità, «si presenta a prima vista idoneo a costruire un ambito favorevole alla libertà religiosa di tutti». Ma, sostiene il cardinale, la laicità «ha finito per diventare un modello maldisposto verso il fenomeno religioso». E «la giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l’idea di neutralità, il sostegno a una visione del mondo che poggia sull’idea secolare e senza
Dio».
E’ già stato furbo a nominare i gruppi minoritari, dei quali non gliene frega niente, lo scopo era far sapere a Pisapia ed a tutti i laici che sono nelle istituzioni della Repubblica che a lui della laicità dello Stato non gliene può fregare di meno, lui vuole lo Stato confessionale. Quello che perdona tutti i peccati e le malefatte di Comunione e Occupazione.
L’aria contrita l’espressione di dolore del cardinale è la stessa che usano in tutte le occasioni per dare l’impressione che l’occupazione è  un atto d’amore verso le pecorelle che, ultimamente, non riesce a tenere a bada nemmeno il cane pastore.
Troppi matrimoni civili, troppe unioni tra lo stesso sesso, troppi bambini che non vanno più all’oratorio o se ci vanno sono istruiti per bene dai genitori, che magari convivono senza il matrimonio, sul come comportarsi nel caso di un approccio del terzo tipo da parte di qualche prete con la passione dei bimbi o delle bimbe.
Dopo anni di convivenza laico religiosa a Milano si torna alle crociate e, permettetemi di dirlo, l’avevo detto subito quando ho saputo che Scola avrebbe sostituito Tettamanzi che aveva seguito il sentiero illuminato di Martini. Colui che ha rifiutato l’accanimento terapeutico.
Per un po’ Scola è stato calmo, appena il Card. Martini ci ha lasciato ha tirato fuori il bazoka di Comunione e Occupazione ed ha sparato ad altezza d’uomo alle autorità pubbliche non abbastanza allineate con il suo pensiero.
Molte religioni credono in un solo dio, Scola è convinto che sia il suo, l’ha occupato come hanno occupato ospedali e tutto quello che ci gira intorno che renda un fatturato.
Giuliano Pisapia l’estare scorsa avera rivendicato l’autonomia d’azione delle istituzioni pubbliche un rospo che Scola non è riuscito ad ingoiare ed ha preparato il discorso in occasione della festa del patrono che rimettesse in riga le istituzioni.
Loro possono bestemmiare in Comune, noi non possiamo e non vogliamo bestemmiare in chiesa.
Sono sempre stati così, invasivi e tendenti al pensiero unico, al regime religioso che per forza di cose diventa anche politico, ne più ne meno di quello che succede ai mussulmani quando al potere ci sono gli integralisti.
Molti anni fa nel consiglio di quartiere nel quale ero consigliere del Pci c’erano due ragazzi della Dc che facevano parte di Comunione e Occupazione, non ci pensavano nemmeno di seguire la linea del loro partito, loro seguivano esclusivamente la linea di Don Giussani e di Formigoni, che a quei tempi aveva fatto pure il voto di castità.
Sotto le feste di Natale i due in questione proposero una mozione d’ ordine urgente, ci facemmo esporre quale fosse il problema e la mettemmo in coda all’assemblea del Consiglio di Quartiere.
Sembrarono morsi dalla tarantola e vi dico il perchè.
La mozione d’ordine urgente consisteva nel fatto che chiedevano, in occasione delle feste natalizie, che fossero benedetti i locali del Consiglio di Quartiere e, già che c’erano, tutti i consiglieri per illuminarli nel loro compito pubblico.
Insomma una benedizione per tutti sostenendo che certamente non avrebbe fatto male ai consiglieri un po’ agnostici o atei.
Naturalmente come capogruppo della maggioranza rifiutai, votammo contro e diedi questa spiegazione: se facciamo una cosa del genere per la religione cattolica altrettanto dovremmo fare con i mussulmani, i buddisti, gli ortodossi ecc.ecc. Il consiglio di quartiere, dissi, rappresenta tutti e quindi la stessa cosa dovrebbe essere permessa a tutte le religioni. E’ democrazia, o tutti o nessuno.
Uno dei due volle mettermi al corrente che, nella loro infinità bontà, pregavano anche per me. Pregavano Dio che mi illuminasse e che mi facesse vedere la luce, scoprire la bellezza della fede.
Li misi al corrente che avevo studiato dalle suore, prima e dai salesiano dopo, avevo fatto il chierichetto e verso i 10 anni volevo pure farmi prete. Progetto che fallì miseramente quando mi innamorai a 11 anni della figlia del pasticciere del paese che mi regalava i ritagli delle torte.
Di luce ne avevo vista abbastanza ed il fatto che pregassero per me era un’intrusione nella mia vita, un’imposizione da regime fascista ed essendomi incazzato ho perso per un attimo il controllo dicendo: fatevi i cazzi vostri, se e quando sarà il caso me la vedrò io, quello che avete detto è la prova che la religione cattolica è totalitaristica come qualsiasi altro regime che c’è al mondo.
Ad ogni modo aggiunsi che non c’erano problemi dato che a 100 metri da noi c’era una chiesa. Avrebbero potuto assentarsi per una mezz’ora per andare a farsi benedire direttamente dal prete confidando nel fatto che ce li avrebbe restituiti più illuminati di prima. Un beneficio anche per noi.
Scola è rimasto agli anni 70 e pretenderebbe che ci restassimo anche noi.
Scrive Repubblica: Parole forti, quelle del successore di Dionigi Tettamanzi e soprattutto di Carlo Maria Martini, che aveva fatto di Milano la capitale del dialogo con i non credenti.
Ecco parole forti, parole da regime, da dittatura di una fede sulle altre da imporre pure agli atei o agnostici.
Parole da fascista, in pratica.
Per chi volesse saperne di più metto il link:

Il cardinale Scola: “Lo Stato laico
mette a rischio la libertà religiosa”



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